Il già presidente della Corte d’Assise di Caltanissetta, Balsamo, commenta la sentenza in Cassazione al processo ‘Capaci bis’: “E’ un contributo per accertare la verità”.
A 30 anni dalle stragi del ’92, lo scorso 14 giugno la Cassazione ha reso definitive le condanne all’ergastolo a carico di quattro imputati di avere partecipato alla organizzazione dell’attentato a Giovanni Falcone a Capaci e di avere reperito l’esplosivo. Si tratta di Salvatore Madonia, Giorgio Pizzo, Cosimo Lo Nigro e Lorenzo Tinnirello. Ed è stata confermata anche l’assoluzione, come già in primo e secondo grado, di Vittorio Tutino, nonostante il Procuratore generale, Delia Cardia, avesse preteso l’annullamento della sentenza assolutoria e il rinvio ad una seconda Corte d’Appello. Ebbene, a tal proposito interviene il giudice Antonio Balsamo, già presidente della Corte d’Assise di Caltanissetta che, allo stesso processo “Capaci bis”, ha pronunciato la sentenza di primo grado. E commenta: “La conferma della sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Caltanissetta sulla strage di Capaci è un contributo importante per l’accertamento della verità su uno dei fatti più gravi della storia italiana. La sentenza peraltro segnala la completa possibilità che dietro questo drammatico evento ci sia una convergenza di interessi tra Cosa Nostra e centri di potere esterni. Questa conclusione viene raggiunta essenzialmente sulla base di due elementi. Uno: le dichiarazioni di Antonino Giuffrè a proposito dei sondaggi preventivi che sarebbero stati effettuati da Cosa Nostra presso ambienti politici ed economici prima di dare avvio alla strategia stragista. Due: la decisione di Riina che il 4 marzo 1992 comunicò a Vincenzo Sinacori che bisognava porre termine alla missione romana per uccidere Falcone, perché c’erano cose più importanti che sarebbero state realizzate in Sicilia”. E poi Balsamo aggiunge: “Questa sentenza accerta in maniera inconfutabile la fase preparatoria dell’attentato ma al tempo stesso apre la strada a un ulteriore lavoro di ricerca della verità che può essere il modo migliore per onorare la memoria di un grande magistrato come Giovanni Falcone”. E poi, sotto il profilo della valenza sociologica di quanto accaduto, il giudice Balsamo conclude: “La strage di Capaci ha rappresentato un punto di svolta nella coscienza civile nel Paese e nell’azione dello Stato contro la criminalità organizzata. Essa ha costituito l’inizio della fine di un’epoca in cui la mafia dei corleonesi poteva contare su un rapporto di alleanza con il mondo sociale, economico e politico”. Poi Balsamo ringrazia la giudice a latere del processo di primo grado del “Capaci bis”, l’agrigentina Graziella Luparello, che è stata quindi al suo fianco, e che adesso è Gip – Gup a Caltanissetta. Le parole di Balsamo: “Ringrazio la Luparello per la straordinaria collaborazione in questo processo, un vero e proprio punto di riferimento”. A dover di cronaca, Graziella Luparello ha appena risposto no alla richiesta della Procura di Caltanissetta di archiviare le indagini su eventuali interessi esterni alle stragi di mafia del ‘92, indicando diversi approfondimenti da compiere.