Si è svolto l’interrogatorio di garanzia di Martina Patti. La donna ha confermato: “Ho ucciso io mia figlia, nel terreno poco distante da casa, da sola”.
Innanzi al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, Daniela Monaco Crea, si è svolto l’interrogatorio di garanzia. Martina Patti, 23 anni, di Mascalucia, la donna che ha ucciso la figlia Elena di quasi 5 anni di età con 7 coltellate e poi ne ha occultato il cadavere, ha ripetuto di avere lei accoltellato la figlia, da sola, nel posto dove è stato trovato il cadavere, in un terreno incolto tra le sterpaglie, a circa 200 metri di distanza dall’abitazione. La Procura Etnea, capitanata da Carmelo Zuccaro, le contesta i reati di omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere. A parecchie domande del giudice la donna ha eluso le risposte, trincerandosi dietro molti “non ricordo”. L’ipotesi scioccante in attesa di riscontri è che Martina Patti, già nel terreno, abbia infilato la piccola in un sacco nero, e poi l’avrebbe colpita mortalmente con un coltello e una zappa. Nella sua automobile, infatti, non vi sono tracce di sangue. Nell’obitorio dell’ospedale “Cannizzaro” di Catania è stata effettuata l’autopsia. Ed è stato eseguito anche un esame tossicologico per verificare se Elena sia stata sedata prima di essere uccisa. Gli investigatori compiranno a breve un sopralluogo nella casa dove Martina Patti ha ordito l’efferato delitto. Ecco alcune dichiarazioni rese fuori dal carcere dal difensore di Martina Patti, l’avvocato Gabriele Celesti: “L’ho trovata molto provata e scossa dallo stato di detenzione. Quando parla della figlia è travolta dall’emozione e piange. Ha confermato che vuole collaborare con gli inquirenti. Non è in uno stato d’animo sereno. Ha risposto alle domande. I punti oscuri saranno oggetto di approfondimento investigativo anche alla luce delle dichiarazioni che sono state fatte”.