Un giovane dottore agrigentino – G. C. di anni 26 – ha partecipato al concorso pubblico, per titoli ed esami, per il reclutamento a tempo determinato di 8.171 unità (di cui 410 presso la Corte d’Appello di Palermo) da adibire all’ufficio per il processo.
In esito alla prova concorsuale, il concorrente è stato inserito nella graduatoria di merito tra gli idonei non vincitori.
In particolare, al concorrente è stato assegnato un punteggio inferiore a quello spettante a causa della mancata attribuzione di due punti previsti per i soggetti in possesso di laurea magistrale.
Pertanto, il giovane agrigentino, con il patrocinio degli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia ha impugnato gli atti del concorso.
Con il ricorso è stato sostenuto che la laurea magistrale rappresenta un titolo superiore rispetto a quello (triennale) richiesto dal bando per la partecipazione al concorso ed è stato rilevato come la Commissione avrebbe dovuto attribuire al candidato ulteriori due punti in ragione del possesso di tale laurea.
Gli avv.ti Rubino e Impiduglia hanno citato – a sostegno delle censure dedotte con il ricorso – recenti precedenti giurisprudenziali.
Il TAR Lazio Roma, con sentenza breve, ha accolto il ricorso patrocinato dagli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, rilevando come “la laurea magistrale costituisca un titolo di studio superiore rispetto a quello utile alla semplice ammissione al concorso, rappresentato dalla laurea triennale. Ove tale superiore titolo non fosse valutabile quale titolo aggiuntivo, si genererebbe un’illogica e irragionevole disparità di trattamento tra candidati”.
Con la suddetta sentenza, il TAR ha, pertanto, accertato che “al ricorrente spetta l’attribuzione di ulteriori 2 punti”.
Per effetto della sentenza del Tar Lazio, l’Amministrazione dovrà rideterminare la posizione ricoperta dal ricorrente nella graduatoria di merito.
Il giovane agrigentino, dunque, potrà conseguire l’assunzione in servizio anche per effetto dello scorrimento della graduatoria.