Ieri il giudice Alfredo Morvillo, fratello di Francesca, vittima della strage di Capaci con Giovanni Falcone, ha affermato: “A 30 anni dalle stragi in Sicilia c’è chi attualmente strizza l’occhio a personaggi condannati per mafia. E c’è una Palermo che gli va dietro, se li contende e li sostiene”. Morvillo non ha nominato nessuno, ma le sue parole sono state unanimemente interpretate, e Morvillo non ha smentito, come rivolte a Marcello Dell’Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, e a Totò Cuffaro, condannato per favoreggiamento personale verso persone appartenenti a Cosa nostra, e rivelazione di segreto istruttorio. Ebbene, oggi Totò Cuffaro, attuale commissario regionale della Dc nuova, replica: “Nonostante la sua autorevole considerazione, che rispetto ma che con educazione non condivido, credo di avere il diritto costituzionalmente riconosciutomi, e forse anche il dovere, di vivere la mia vita da libero, e coltivare il mio impegno politico e sociale dopo avere pagato i miei errori con grande sofferenza”.