A meno di dieci giorni dal primo maggio, data in cui dovrebbe decadere l’obbligo delle mascherine al chiuso, la Fondazione Gimbe tira il freno a mano. Il presidente, Nino Cartabellotta, spiega: “Nuovi casi, ricoveri, intensive e decessi presentano una lieve tendenza alla flessione. Tuttavia la circolazione del virus è ancora molto elevata: il numero di positivi, sottostimato, supera quota 1,2 milioni, i nuovi casi giornalieri sono oltre 50 mila, e il tasso di positività dei tamponi supera il 15%. Peraltro l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 72 province. Di conseguenza, abolire l’obbligo di mascherina al chiuso è una decisione molto avventata per tre ragioni: innanzitutto, nei locali affollati e/o scarsamente aerati, la probabilità di contagio è molto elevata. In secondo luogo, la vaccinazione offre una protezione parziale dal contagio. Infine ci sono milioni di persone suscettibili, non vaccinate o senza terza dose. E’ utile ribadire che la protezione individuale è massimizzata con la mascherina FFP2 e non con quella chirurgica, poco efficace nei confronti di omicron”.