HomeCronacaProcessioni vietate a Licata, Pullara attacca nuovamente Galanti

Processioni vietate a Licata, Pullara attacca nuovamente Galanti

“Voglio ritornare sulla privazione per la comunità licatese delle processioni della Settimana Santa da sempre momento di preghiera ed attrazione dai paesi limitrofi, con l’importante ricaduta economica positiva. È infatti inaccettabile e incomprensibile anche alla luce dell’affollata partecipazione di fedeli alla Santa Messa per la Madonna Addolorata, che a Licata si sia deciso di fermare le processioni della Settimana Santa”.

Sono le parole dell’onorevole di “Prima Italia” Carmelo Pullara.

“Ho partecipato – scrive Pullara – alla Santa Messa per la Madonna Addolorata. Già mi ero espresso dichiarando la mia assoluta contrarietà alla decisione presa di non far svolgere le processioni a Licata e ritengo sia ancora più incomprensibile dopo la calca di fedeli fuori e dentro la chiesa di Sant’Agostino. E’ stato emanato il regolamento della prefettura per le processioni della Settimana Santa che permette il loro svolgimento nel capoluogo e in provincia. Infatti in alcuni paesi della nostra provincia le processioni si svolgeranno come negli scorsi anni prima della pandemia, chiaramente seguendo con prudenza le norme anti- covid impartite dal regolamento e dal governo nazionale. Alla luce di ciò – sottolinea Pullara – appare ancor più inspiegabile che non si facciano le processioni a Licata. E nel frattempo, Galanti oggi sindaco di Licata, cosa fa? Nulla, si gira dall’altra parte incapace di assumere decisioni. Pertanto in segno di protesta non parteciperò più ad alcuna processione fino a quando ci sarà questo sindaco a rappresentare questa Comunità. Un gesto forte di protesta non per chi organizza le manifestazioni religiose ma nei confronti di chi amministra male questa città che più volte non solo ha mancato di garbo istituzionale ma ha mancato di rispetto verso Licata ed i licatesi tutti. La mia persona – conclude Pullara – non dovrà essere più accostata a Galanti e a ciò che rappresenta, oggi ancora più di ieri ritengo che la sfiducia sarebbe stata la soluzione ma capisco che tutti pronti a parlare e criticare e pochi ad agire”.

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