A Favara un operatore scolastico avrebbe ucciso l’anziana madre e poi si sarebbe suicidato con la stessa pistola. I dettagli su quanto accaduto.
Colpi di pistola ancora a sfondo e movente misterioso a Favara. E forse il movente non sarà mai svelato. Sì perché un operatore scolastico di 52 anni, Angelo Volpe, nella propria abitazione in via Bachelet, avrebbe sparato un colpo di pistola, uccidendola, contro la madre, Antonia Volpe, 83 anni, e poi si sarebbe suicidato sparandosi con la stessa pistola alla tempia. E’ stato il fratello di Angelo, un imprenditore edile di 46 anni, a scoprire i due cadaveri e a lanciare l’allarme. Le indagini dei Carabinieri sul presunto omicidio-suicidio sono coordinate dal procuratore reggente Salvatore Vella e dal sostituto procuratore, Chiara Bisso. I militari, capitanati dal maggiore della Compagnia di Agrigento, Marco La Rovere, hanno sequestrato la pistola, una 357 magnum, con matricola abrasa e detenuta illegalmente. Sequestrati anche 6 proiettili di cui 2 esplosi. Ciò induce a ritenere che l’uomo si sia procurato la pistola e che abbia compiuto, dunque, un omicidio premeditato. L’arma sarà presto sotto esame del Ris, il Reparto investigazioni scientifiche, dei Carabinieri, per riscontrare l’eventuale già utilizzo in atti delittuosi. Inizialmente si è ipotizzato che Angelo Volpe si fosse suicidato sparandosi una pistolettata. E che la madre, accortasi di quanto accaduto, del corpo senza vita del figlio, sarebbe morta perché colta da un malore, un infarto. Lei è stata rinvenuta sul divano, sotto delle coperte. Poi, nell’obitorio, il medico legale, nel corso della prima ispezione cadaverica, ha riscontrato nel petto della donna un foro da proiettile, in entrata e in uscita. Angelo Volpe ha convissuto con la madre e l’ha accudita. Adesso il corto circuito della mente, che li ha fulminati, tutti e due.