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Il vaccino ai profughi ucraini

A Palermo le prime vaccinazioni ai profughi dall’Ucraina. L’aumento dei contagi: primi focolai negli ospedali in Sicilia. Gli appelli alla prudenza.

In Ucraina il tasso di vaccinazione anti-covid è molto basso, al 34%. E così anche in Sicilia si procede a somministrare il vaccino ai primi profughi accolti. E’ stato quindi un momento di accoglienza, anche sanitaria, quello vissuto al policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo, dove a ricevere il vaccino contro il covid sono state 5 donne ucraine ospiti dei frati francescani di Baida. Si tratta di 4 donne, di 57, 41, 37 e 34 anni, e di una ragazza di 12 anni, mentre domani, mercoledì, sarà la volta di 2 bambini di 8 e 11 anni a cui sarà somministrata la dose pediatrica. Sono 3 famiglie provenienti da Borodyanca, la prima città rasa al suolo a causa del conflitto in corso. E sono arrivate a Palermo il 9 marzo dopo aver trascorso 4 giorni in Polonia. “Nella nostra città non c’è più nulla – spiega una di loro – e in questo momento abbiamo bisogno comunque di andare avanti, di lavorare e consentire ai nostri figli di andare a scuola. Sappiamo che per farlo è necessario essere vaccinati, così abbiamo colto questa opportunità. Grazie ai frati che ci stanno ospitando abbiamo avuto anche questa possibilità”. Nel frattempo il covid ha ricominciato a correre, e conferma una circolazione elevata nel nostro come in altri Paesi europei. Ed un impatto maggiore si riscontra, al momento, soprattutto nelle regioni italiane del centro-sud. In Sicilia si segnalano finanche i primi focolai in alcuni ospedali. E’ il caso del reparto Medicina del “Giglio” di Cefalù, con 10 positivi, e del “Civico” di Partinico con 11 positivi tra medici e pazienti. “A dimostrazione – ha avvertito il ministro della Salute Roberto Speranza – che la pandemia non è scomparsa e il virus continua a circolare. E’ una fase diversa, ma serve mantenere cautela”. In questa fase, ha ricordato infatti il ministro, la protezione che ci danno i vaccini “è altissima ma non dobbiamo pensare che il virus non ci sia più”, mentre le mascherine al chiuso “continuano a essere un elemento molto importante”. Ed in riferimento alle misure restrittive, il Sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha confermato l’obiettivo del governo di eliminare il green pass da maggio. Ma su questo punto gli esperti si dividono e se, ad esempio, il virologo Fabrizio Pregliasco invita a mantenere le misure anche dopo la fine dello stato di emergenza a fronte della maggiore contagiosità delle sub varianti di Omicron, la statistica medica Clelia Di Serio rileva invece che “ora non avrebbe senso invertire la politica di allentamento delle misure, perché l’Omicron sta circolando ma non sta mostrando un trend di aumento marcato delle ospedalizzazioni, anche se è d’obbligo monitorare l’andamento ospedaliero”. E adesso sono 2.516 i nuovi casi di covid in Sicilia, a fronte di 17.447 tamponi processati. Il tasso di positività è al 14,4%. La regione è al quarto posto in Italia per nuovi contagi giornalieri. Gli attuali positivi sono 230.102, con un incremento di 1.910. I guariti sono 1.412. Le vittime sono state 6, per un totale dei decessi a 9.743. Negli ospedali i ricoverati ordinari sono 925, 30 in più, e quelli in terapia intensiva sono 65, 1 in meno. Ecco la distribuzione dei nuovi contagiati tra le province: Palermo 973, Catania 555, Messina 227, Siracusa 200, Trapani 489, Ragusa 266, Caltanissetta 190, Agrigento 314, Enna 114.

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