Sentenza in Appello per una tangente di 3mila euro al Comune di Campobello di Licata, costata il licenziamento a due dipendenti. Per la prima volta in un processo per concussione è stata parte civile un’associazione antiracket.
Il 13 settembre del 2017 i Carabinieri hanno arrestato in flagranza del reato di concussione un dipendente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Campobello di Licata, Francesco Gioacchino La Mendola, geometra, 53 anni. In stato di arresto anche Giuseppe Nigro, 53 anni, dirigente dell’ufficio Ambiente del Comune di Campobello di Licata. L’inchiesta fu avviata a seguito della denuncia di due imprenditori di Licata, Angelo Incorvaia e Valerio Peritore, titolari dell’impresa “Omnia srl”, che opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti speciali, soprattutto amianto, con sede in contrada “Bugiades”, alla periferia di Licata. I due hanno raccontato di una richiesta di tangente, per 3mila euro, da parte di un dipendente del Comune di Campobello di Licata, con la complicità di un suo collega, altrimenti avrebbero subito il blocco dei pagamenti per un appalto in corso da parte del Comune. E’ stato organizzato l’incontro “trappola”. Nei locali dell’impresa Omnia sono state nascoste micro-telecamere e cimici. Poi le banconote sono state contrassegnate e fotocopiate. E quando Francesco Gioacchino La Mendola ha incassato i soldi nel luogo concordato, ovvero nella piazzola di sosta innanzi al capannone dell’impresa “Omnia”, è stato ammanettato. I Carabinieri hanno filmato tutto quanto accaduto. Francesco La Mendola ha confessato e ha ammesso di avere ricevuto la tangente per – ha aggiunto – dividerla con il collega Giuseppe Nigro. I titolari delle indagini all’epoca, il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e il sostituto Carlo Cinque, ribadirono l’appello alle vittime di tali soprusi a denunciare e a collaborare con fiducia con investigatori e inquirenti. Il 18 gennaio del 2018, al Comune di Campobello di Licata, con due distinti atti deliberativi della giunta comunale, presieduta dal sindaco Gianni Picone, sono stati licenziati i due dipendenti comunali. Il 28 giugno del 2018, a conclusione del giudizio abbreviato, il Tribunale di Agrigento ha condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione, e a 4 anni di interdizione dai pubblici uffici, Giuseppe Nigro. Francesco La Mendola patteggia invece la condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione, e ad 1 anno di interdizione dai pubblici uffici. Adesso la Corte d’Appello di Palermo ha concesso un minimo sconto di pena a Giuseppe Nigro e, anziché confermare la condanna inflitta in primo grado a 4 anni e 8 mesi, lo ha condannato a 4 anni di carcere. Per la prima volta nella provincia agrigentina, ad un processo per concussione è stata ammessa e si è costituita parte civile un’associazione antiracket, la Fai Associazione Antiracket Sicilia, coordinata dal cavaliere Renzo Caponetti, che ha spiegato: “L’ammissione della nostra costituzione come parte civile in un procedimento per concussione rivoluziona il quadro normativo relativo alla costituzione di parte civile delle associazioni antiracket per reati diversi da quelli estorsivi e di usura. Tra i fini prioritari della Fai Associazione Antiracket Sicilia vi è la tutela del diritto al libero esercizio dell’iniziativa economica privata, garantito dall’articolo 41 della Costituzione e da numerose altre disposizioni legislative, che, quindi, come diritto soggettivo, è suscettibile di lesione e di conseguente risarcimento. L’Associazione antiracket ha subito un danno non patrimoniale, risarcibile ex articolo 2059 del codice civile, atteso che il reato di concussione commesso da un pubblico ufficiale di per sé costituisce un attentato alla libertà commerciale ed imprenditoriale”.