Il graphic novel in questione è chiaramente uno spin-off, un prequel in qualche modo dei fatti che porteranno alla Paranza dei Bambini nell’omonimo romanzo di Saviano. Il quale di quest’opera ha curato i testi, mentre Tito Faraci si è occupato di sceneggiare una storia che porta nelle viscere della Napoli sotterranea, ed è curioso come il caso abbia voluto che, finita la lettura, la sera stessa sia andata in onda la trasmissione “Stanotte a Napoli” di Alberto Angela. Il contrasto fra la bellezza mostrata sulla Rai – innegabile, sfavillante, commovente – e il degrado, la malavita e il contesto di crescita di parte di un popolo raccontate nelle Storie della Paranza. Per questo non ho trovato forse inappropriato l’articolo pubblicato il giorno dopo da Saviano sul Corriere, in cui invitava a non farsi accecare dalla bellezza per non vedere il male che continua ad albergare nei quartieri abitati dalla disperazione e si approfitta delle condizioni di indigenza.
L’episodio è narrativamente ben gestito, pur senza particolari guizzi, restituisce bene le atmosfere e il mood soprattutto grazie all’ottimo character design curato da Liberatore: l’aspetto artistico è infatti a dirla tutta l’aspetto che ho apprezzato di più, i disegni di La Bella e i colori di Manuela Nerolini danno forza alla storia, e lo studio dei personaggi (davvero un’ottimo lavoro in termini di Art Direction) può essere ulteriormente apprezzato grazie allo sketchbook incluso alla fine del libro.
Forse non imprescindibile per tutti, ma sicuramente molto apprezzato da chi fa attenzione agli aspetti artistici di un graphic novel e, ovviamente, da chi si appassiona alle storie di malavita nostrana.