L’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, è intervenuto a seguito dei sette, gli ennesimi, morti nel cimitero del Mediterraneo, poco a largo di Lampedusa. E all’Andkronos ha affermato: “Siamo già oltre l’indifferenza, e siamo all’ostilità perché si continuano a fare scelte precise per escludere. Muri e fili spinati. E’ il trionfo della disumanità, che incalza il deserto delle coscienze. Lampedusa, e lo sappiamo ormai da troppi anni, piange spesso morti innocenti. Il flusso di arrivi è continuo, e quando le condizioni del mare lo permettono gli approdi aumentano. La piccola comunità di Lampedusa fa quel che può e, pur se il contatto con la popolazione è inesistente, la pressione emotiva sull’isola si sente. E’ sotto gli occhi di tutti che il fenomeno è infinitamente più grande di quanto è nelle possibilità di un’amministrazione locale. Servirebbe uno sguardo attento dell’Europa, rapporti con i governi di partenza e soluzioni che consentano a queste persone di partire in modo sicuro e legale, togliendoli dalle mani dei trafficanti di esseri umani che prosperano in questa situazione e rendono chi cerca una vita migliore una vittima. Una soluzione passa dai corridoi umanitari. Potrebbe sembrare una goccia nell’oceano, ma questo sistema va ampliato. Indica una via, una strada da percorrere perché quella dei muri non porta da nessuna parte: i muri tengono fuori l’altro e imprigionano chi è all’interno. E a furia di chiudersi l’Europa morirà. Adesso è arrivato il tempo di affrontare un fenomeno che è ridicolo ancora, dopo 20 anni, continuare a definire emergenza”.