Come già pubblicato, la giunta regionale ha deliberato l’acquisizione della casa a Canicattì in cui ha vissuto il giudice Rosario Livatino, per inserirla nella Rete regionale della case – museo. Ebbene, adesso la proprietaria dell’immobile si oppone: “Non è in vendita”. Lei, Giuseppina Profita, e l’associazione Casa Giudice Livatino, presieduta da Claudia Vecchio, affermano: “Non si può calpestare la volontà del padre del giudice assassinato dalla mafia. L’associazione è indignata nell’apprendere che la Regione acquisterà o acquisirà la casa del beato, e non consentirà di trasformarla in un freddo museo iper-tecnologico. Come gestori e custodi siamo onorati che la Regione abbia posato lo sguardo su casa Livatino, volendola inserire nella rete delle case museo, ma ci aspettiamo che contribuisca alla nostra opera. Casa Livatino è già luogo aperto di preghiera, di meditazione e di cultura, e ha necessità di essere tutelata. Siamo disponibili a dialogare con la Regione che invitiamo a venirci a trovare per conoscere la nostra realtà, ma ci opporremo al trasferimento di proprietà affinché sia rispettata la volontà di chi è stato privato del suo unico figlio”.