L’Assemblea Regionale non ha votato l’esercizio provvisorio entro oggi 31 dicembre. Rinvio a metà gennaio. La reazione dell’opposizione. La replica di Armao.
Clamoroso non al “Cibali” a Catania, ma a Palermo, a Palazzo dei Normanni, a Sala d’Ercole, dove l’Assemblea Regionale non ha votato l’esercizio provvisorio del bilancio proposto dal governo Musumeci fino al termine massimo consentito, ovvero 4 mesi, al 30 aprile 2022. La seduta appositamente convocata si è conclusa con una fumata nera, e le ostilità sono state rinviate a metà gennaio, tra martedì 11 o più probabilmente mercoledì 12, dopo il ponte tra il Capodanno e l’Epifania. L’aula è stata semideserta. All’appello non hanno risposto soprattutto i deputati della maggioranza che sostiene Musumeci. In verità, la Commissione bilancio ha ricevuto il disegno di legge dell’esercizio provvisorio troppo tardi, e non è stata in tempo a prepararlo per essere trasferito in Assemblea. Tecnicamente ciò non comporterebbe un blocco totale della spesa. Il governo provvederà alle spese obbligatorie, tra stipendi e pensioni in primis. Lo stop ha sollevato le barricate dell’opposizione. Claudio Fava, leader de “I cento passi” e presidente della Commissione Antimafia, ha puntato il dito contro la giunta: “Doveva essere il governo che avrebbe riportato ordine nella disastrosa condizione dei conti della Regione. Prendiamo atto, invece, dell’impossibilità finanche di votare l’esercizio provvisorio. Il governo Musumeci si comporta come quello scolaro che non ha fatto i compiti e accampa le scuse più strampalate: bocciato!”. Critico anche il capogruppo del Partito Democratico, Giuseppe Lupo: “Per il quinto anno consecutivo la Sicilia si ritrova a fine anno senza bilancio nè finanziaria. E questo governo regionale, che Musumeci si ostina a definire unito, fino a oggi non è stato neppure in grado di fare esaminare in tempo utile l’esercizio provvisorio. Si ricorre dunque alla ‘gestione provvisoria’. Adesso immaginiamo le solite giustificazioni: ‘i ritardi dipendono dall’accordo con lo Stato’, oppure ‘aspettiamo le decisioni di Roma’. Ma la verità è una: la Sicilia è guidata da un governo regionale che brilla per incapacità”. E il Movimento 5 Stelle è preoccupato dalle conseguenze del semaforo rosso e del rinvio. E i deputati del gruppo pentastellato protestano così: “Mai nella storia della nostra Regione si era andati nel nuovo anno senza avere esaminato il testo quantomeno in Commissione bilancio. Centinaia di capitoli senza un euro, spesa bloccata, proroghe non concesse come ai lavoratori dell’ex Aras, stipendi non pagati da mesi come ai dipendenti di Sicilia Digitale, e decreti di co-finanziamento dei fondi europei fermi perché privi di copertura. Fare peggio è impossibile”. A fronte di ciò l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, sorseggia “politicamente” un Petrus Boonekamp, “l’amaro vigoroso per l’uomo che non deve chiedere mai”, stronca le polemiche e rassicura lapidario: “Il rinvio del voto non comporterà alcun disagio e tutte le spese previste saranno coperte”.