Un ex amministratore Italgas ricorda gravi criticità nella rete del gas agrigentina emerse nel 2014. Le preoccupazioni della Commissione antimafia dell’epoca. La replica della società.
La Procura della Repubblica di Agrigento procede per disastro e omicidio colposi, al momento a carico di ignoti. E adesso, tra gli atti dell’inchiesta, rientra anche quanto appena dichiarato all’agenzia Adnkronos dall’avvocato Andrea Aiello, che per un anno è stato amministratore dell’Italgas, ovvero il gestore della rete del metano, compreso il funesto tratto tra le vie Trilussa e Galilei a Ravanusa, teatro della strage provocata da una fuga di gas dal metanodotto. E Aiello ha affermato: “Ricordo che nel 2014 facemmo fare dei rilievi su tutta la rete di gas a metano, e i tecnici rilevarono grosse criticità sulle reti ispezionate. In tutta Italia, anche nell’Agrigentino. La società Italgas era stata commissariata da parte della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. E dopo i primi sei mesi, il commissariamento fu prorogato per altri sei mesi. Fu la prima volta che una società quotata ha subito una misura del genere. La Procura di Palermo chiese e ottenne per Italgas il commissariamento a seguito di un’inchiesta avviata sulla società Gas spa, riconducibile a Vito Ciancimino, ma gestita formalmente dall’imprenditore Ezio Brancato. La stessa Gas spa nei primi anni duemila risultava essere sotto il controllo del figlio di Vito, Massimo Ciancimino. Parliamo di 55mila chilometri di rete di Italgas, e noi facemmo i rilievi, attraverso i nostri tecnici, a campione, tra cui proprio ad Agrigento, dove Italgas aveva in gestione 1.850 reti, era il primo distributore. Il Tribunale dispose di fare un’attività di verifica e noi abbiamo fatto a campione una specifica attività di verifica su 60 reti, e su tutte e 60 sono state trovate grosse criticità, enormi criticità. Una grossissima percentuale. E si ripetevano come tipologia, erano sempre le stesse, tanto è vero che il tecnico incaricato fece una ricostruzione complessiva delle tipologie di indagini andando a distinguerle per gravità. La percentuale era costante su tutte le reti ispezionate” – ha concluso l’avvocato Aiello. L’Italgas, ancora nel 2014, fu oggetto anche di un’inchiesta della Commissione Antimafia che valutò le segnalazioni degli amministratori. E uno dei componenti della Commissione dell’epoca, il senatore del Partito Democratico, Beppe Lumia, commentò: “Abbiamo avuto segnalazioni da far venire i brividi sulla qualità delle opere effettuate. Mi auguro che Snam, la Società nazionale metanodotti, intervenga per evitare che tra qualche anno possano avvenire fatti spiacevoli in termini di sicurezza e di costi”. Nel merito di ciò, la società Italgas ha diffuso una nota in cui si legge: “Italgas ribadisce il più profondo cordoglio ai familiari delle vittime e la propria vicinanza all’intera comunità colpita da questo dramma. Con riferimento alle notizie diffuse da alcune agenzie di stampa, al fine di fornire tutti gli elementi necessari per una esatta ricostruzione dei fatti ed evitare speculazioni dannose e distorte, Italgas rammenta che la rete di Ravanusa non è stata oggetto di indagine e rilievi nel periodo di amministrazione giudiziaria del 2014, disposto dall’allora presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto, in seguito radiata dalla magistratura e condannata ‘per affari illeciti nella gestione dei beni confiscati’. Nel luglio del 2015 l’amministrazione giudiziaria è stata revocata. Italgas Reti conferma il proprio impegno accanto alla magistratura e alle autorità competenti al fine di ricostruire con esattezza la dinamica dell’accaduto”.