In attesa dei termo-valorizzatori si materializza lo spettro del trasferimento fuori Sicilia dei rifiuti indifferenziati. 334 euro a tonnellata più Iva.
Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, sostenuto dall’assessore ai Servizi primari, Daniela Baglieri, ha colto ogni occasione utile per ribadire che i termo-utilizzatori in Sicilia, uno per la Sicilia occidentale e l’altro per l’orientale, sono l’unico strumento per liberarsi dalla schiavitù delle discariche e per scongiurare il rischio di essere costretti a trasferire i rifiuti fuori Sicilia, con pesante aggravio di costi sulle bollette che pagano i cittadini contribuenti. Ebbene, i due spettri evocati da Musumeci si sono materializzati. Uno, la schiavitù delle discariche private, lo è già da tempo, forte della carenza di impianti pubblici di conferimento e smaltimento nell’Isola. L’altro, ovvero il viaggio della spazzatura oltre lo Stretto di Messina, è prossimo a materializzarsi. Infatti, la discarica di Lentini, in provincia di Siracusa, la più capiente del sud Italia, è prossima alla saturazione, e nel frattempo (piove sul bagnato) è scaduta anche la direttiva della Regione che il 14 settembre scorso, per attenuare la crisi a Lentini, ha autorizzato il trasporto dei rifiuti della Sicilia orientale nella vicina discarica di Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, e poi a Gela in provincia di Caltanissetta, e a Siculiana in provincia di Agrigento. Pertanto il governo Musumeci è con le spalle al muro, l’ipotesi dell’emigrazione dei rifiuti si concretizza sempre più, e il prezzo da pagare lieviterà a tal punto che i Comuni non saranno in grado di sostenerlo. Più nel dettaglio, la discarica di Lentini, già gestita dalla poi inquisita “Sicula Trasporti”, coinvolta nell’inchiesta “Mazzetta Sicula”, è sotto amministrazione giudiziaria. E gli amministratori giudiziari hanno annunciato che, se da giugno scorso sono stati capaci solo ad accogliere non oltre 600 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati, adesso bisogna drasticamente ridurre tale quantità che non è più sopportabile. E gli stessi amministratori, per ovviare, hanno ricercato e trovato nuovi siti fuori regione dove trasferire le eccedenze dei rifiuti siciliani. Morale della favola che favola non è: trasportare e conferire una tonnellata di rifiuti fuori Sicilia, comprensiva di oneri di trasporto, costerà 334,65 euro più Iva. Il presidente Musumeci, anche in tal caso, ribadirebbe: “Gli stessi rifiuti indifferenziati, anziché essere smaltiti nelle discariche in Sicilia o fuori Sicilia, potrebbero essere destinati ai termo-utilizzatori di ultima generazione, ad impatto ambientale pari a zero, e che trasformano i rifiuti in energia e quindi ricchezza”. Punto. In Italia, per incoraggiare e sostenere la transizione ecologica, è stato avviato il dibattito politico sulla proposta di ricorrere anche alle centrali nucleari. E in Sicilia si guerreggia per due termo-utilizzatori.