Il Procuratore generale della Corte d’Appello di Palermo ha proposto ai giudici la conferma delle 14 condanne, per complessivi 143 anni di carcere, inflitte in primo grado, in abbreviato, nell’ambito dell’inchiesta antimafia cosiddetta “Anno Zero”, contro presunti fiancheggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro. La pena più severa, 19 anni e 4 mesi di reclusione, è stata emessa a carico di Vincenzo La Cascia, 73 anni, di Campobello di Mazara, e poi 18 anni e 4 mesi per il suo compaesano Raffaele Urso, di 62 anni. E poi a 15 anni è stato condannato Nicola Accardo, 56 anni, ritenuto il capomafia di Partanna. Poi 12 anni ciascuno a Filippo Dell’Aquila, 57 anni, e ad Antonino Triolo, 51 anni, entrambi di Partanna. Poi 11 anni e 4 mesi a Giuseppe Paolo Bongiorno, 33 anni, Giuseppe Tilotta, 59 anni, 11 anni a Calogero Guarino, 52 anni, e 10 anni e 8 mesi a Leonardo Milazzo, 43 anni, tutti e quattro di Castelvetrano. Poi 8 anni e 4 mesi ad Andrea Valenti, 69 anni, 8 anni ad Angelo Greco, 52 anni, 3 anni e 4 mesi, ma non per mafia, a Mario Tripoli, 49 anni, tutti di Campobello di Mazara. E poi 2 anni e 6 mesi a Bartolomeo Tilotta, 36 anni, di Castelvetrano, imputato di favoreggiamento.