Le associazioni dei consumatori Adiconsum, Unione nazionale Consumatori, Cittadinanza Attiva, con i rispettivi coordinatori locali Ilenia Capodici e Anna Macaluso, Manlio Cardella e Pippo Spataro, hanno incontrato il presidente dell’assemblea dei sindaci dell’Aica, l’Associazione idrica dei Comuni agrigentini, Alfonso Provvidenza. Le associazioni hanno auspicato che, per rendere del tutto pubblica la gestione del servizio idrico, si debbano utilizzare, quando se ne avrà la disponibilità, pozzi e bacini idrografici per evitare di acquistare l’acqua da SiciliAcque, rescindendo il relativo oneroso contratto. Poi, la necessità di limitare le perdite d’acqua in distribuzione, che oggi si aggirano intorno al 42% dell’acqua immessa in rete. Poi, che occorre coinvolgere nella gestione pubblica del servizio idrico tutti i 43 Comuni della provincia e non i soli 33 che hanno aderito all’Aica, provocando disparità tra costi e tariffe. E poi, ancora, in sintesi occorre: un regolamento d’utenza, una carta dei servizi con gli standard di qualità che il gestore si impegna a rispettare, poi una commissione che risolva le controversie tra Aica e utenti, e poi la potabilità dell’acqua, il pagamento della depurazione solo nelle zone dove è garantito tale servizio, e, infine, il completamento dell’installazione dei contatori eliminando il pagamento a forfait.