In Sicilia, confermata bianca fino al 23 agosto, aumentano contagi, ricoveri e morti. Appello alla vaccinazione dei giovanissimi tra i 12 e i 19 anni.
Sono 1.134 i nuovi casi di covid in Sicilia, a fronte di 16.602 tamponi processati. L’incidenza è al 6,8%. La regione è al primo posto in Italia per nuovi contagi giornalieri. Gli attuali positivi sono 16.234, con un aumento di altri 650 rispetto al precedente report. I guariti sono 472. Le vittime sono state 12, per un totale dei decessi a 6.121. I ricoverati ordinari sono 532, 14 in più, e quelli in terapia intensiva sono 59, senza variazione. Ecco la distribuzione dei nuovi casi tra le province: Palermo 182, Catania 168, Messina 263, Siracusa 110, Ragusa 110, Trapani 98, Caltanissetta 82, Agrigento 118, Enna 3. Nel frattempo, dopo l’annuncio da parte del commissario Figliuolo delle vaccinazioni senza prenotazione dal 16 agosto in poi dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni, si registra un progressivo aumento del numero dei vaccinati. Secondo gli ultimi dati a disposizione, in Sicilia ha già completato il ciclo vaccinale il 25,53% dei 406.593 ragazzi. Se si considera soltanto il dato relativo alla prima dose, la percentuale sale al 39,15%, ovvero i vaccinati sono 159.183, in linea con la media nazionale. In proposito, il direttore del reparto Malattie infettive all’ospedale “Cannizzaro” di Catania, Carmelo Iacobello, ha lanciato un appello alla vaccinazione dei giovanissimi, come condizione essenziale affinchè si raggiunga l’immunità di gregge, e per evitare che il virus possa trovare nelle fasce scoperte il terreno fertile per mutare in qualcosa che ancora non si conosce e dunque più pericoloso. Iacobello, soprattutto a fronte dello scetticismo e del timore verso i vaccini, ha affermato: “A chi teme che i vaccini possano provocare conseguenze negative sulla salute dei giovanissimi, replico che, se i ragazzi sono quelli che resistono naturalmente meglio al virus, perché per loro dovrebbe essere più pericoloso il vaccino che è una fotocopia del virus? Saranno fortissimi. E’ vero che il virus nei giovani dimostra di non essere così capace di incidere anche da un punto di vista clinico, però c’è da dire che, man mano che la popolazione si immunizza, le fasce scoperte sono quelle in cui il virus può replicarsi per perpetuare la sua esistenza. Nessuno ha la sfera di cristallo, ma se si lasciano fasce scoperte è lì che bisognerà capire se alcune varianti possano essere pericolose anche per i giovani”.