L’insularità della Sicilia costa tanto quanto la costruzione di un Ponte sullo Stretto di Messina all’anno. Il report dell’assessorato all’Economia. Gli interventi di Musumeci e Armao.
La Sicilia è un’isola, e sconta la sua condizione di insularità perché è priva di infrastrutture di trasporto adeguate. E ciò è una zavorra che costa oltre 6 miliardi di euro all’anno, 1200 euro per ogni siciliano. E con gli stessi soldi si potrebbe costruire un Ponte sullo Stretto di Messina all’anno. Ecco ciò che emerge in estrema sintesi dal report sulla “Stima sui costi dell’insularità per la Sicilia”, pubblicato dall’assessorato regionale all’Economia, retto da Gaetano Armao, ed inviato al ministro per gli Affari Regionali. Ed il presidente della Regione, Nello Musumeci, commenta: “Tutti gli osservatori economici ci dicono che i settori produttivi tradizionali da soli non bastano a fare decollare il nostro Prodotto interno lordo: da 30 anni restiamo inchiodati in coda alla classifiche delle regioni italiane. Il limite che ci portiamo dietro come una zavorra è la condizione di marginalità e perifericità della Sicilia rispetto all’Europa”. E poi aggiunge: “Per superare tale limite serve ritagliarci una nuova ‘centralita’ nel bacino del Mediterraneo, avere l’ambizione di candidarci ad essere la piattaforma logistica del Mediterraneo, tornato ad essere luogo di transito e di scambi. Per farlo servono alla Sicilia quelle infrastrutture strategiche che lo Stato ha solo promesso e che Palermo con poca convinzione ha sollecitato. Sono necessarie opere che facciano muovere velocemente persone e merci. Al governo Draghi, come ai precedenti, non chiediamo solidarietà, nè gesti di carità, ma la dotazione di infrastrutture capaci di rendere appetibile ed attrattiva la nostra Isola agli investitori. Tutto il resto lo faremo noi siciliani. Abbiamo il diritto di chiedere il collegamento stabile nello Stretto? Se i nostri treni viaggiano a 80 chilometri l’ora, è giustificato chiedere l’alta velocità anche da noi? Per avviare tale strategia – conclude Musumeci – non servono contrapposizioni con Roma o con Bruxelles, ma una interlocuzione istituzionale alimentata da sano realismo”. E l’assessore Armao interviene così nel merito dell’insularità della Sicilia e dei costi che ne derivano: “La condizione di insularità impone oggi l’adozione di scelte politiche di contrasto a cui il governo Musumeci di certo non si sottrae. Basti solo pensare che la creazione di un sistema di collegamento stabile dello Stretto di Messina, che riducendo la distanza geografica tra la Sicilia ed il Continente potrebbe contenere significativamente i costi dell’insularità, sarebbe interamente ripagata in meno di due anni dal semplice risparmio sui costi e tempi dei collegamenti di terra. A distanza di 75 anni dal riconoscimento dell’Autonomia della Sicilia, non si è purtroppo ancora colmato nel nostro Paese il divario economico, sociale e territoriale, che è un divario prettamente infrastrutturale, acuito dal crollo degli investimenti statali nel Mezzogiorno negli ultimi 30 anni, che determina il protrarsi di un’insostenibile tassa occulta a carico dei siciliani, che frena lo sviluppo economico e causa notevoli ritardi e lentezza negli spostamenti da e verso le regioni continentali”.