Si è spento Alfonso Zambuto di Agrigento, perito industriale, capotecnico a riposo. Ha lavorato in Germania dove ha studiato e si è formato e poi, tornato in Sicilia, ha prestato servizio, sino alla pensione, presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Agrigento. Studioso appassionato alla filologia e alla Lingua Siciliana, lascia tantissimi documenti contenenti i suoi lavori e le sue ricerche fatte come atto d’amore per le future generazioni.
A riguardo il vicepresidente regionale dell’AICS, Giuseppe Petix, che a causa delle limitazioni covid non potrà essere presente alle esequie, è intervenuto: “Sono veramente e profondamente addolorato per la perdita del Cavaliere Zambuto. So di perdere una colonna dalla resistenza e forza di volontà titanica. Agrigento perde un suo figlio nobile, cittadino modello e integerrimo. Studioso della Cultura Siciliana. Co-fondatore dell’Accademia della Lingua Siciliana. Uomo pieno di ideali, dallo sconfinato amore verso la società civile per la quale è stato irriducibile sprono, specialmente per i giovani, affinché potesse rinascere un’economia basata sull’agricoltura e sul turismo avulsa dal favoritismo politico, in contrasto allo status di disagio socio-morale ed economico nel quale versa la nostra Sicilia. Io perdo un amico, un confidente, un compagno di mille imprese, un fratello di pensiero e di azione, con il quale ho condiviso gli ideali dell’etica, della morale cristiana, della civiltà, della meritocrazia, dell’attivismo civico e del protagonismo sociale. Assieme abbiamo percorso chilometri e chilometri in giro per la varie scuole dell’isola per testimoniare l’importanza della Lingua e della Cultura Siciliana ai giovani studenti. Uomo dalla grande modestia e riservatezza che più volte è rifuggito dagli elogi e dagli onori per i suoi meriti. Oggi raccolgo la sua eredità morale e sento il peso della responsabilità di quell’atto di fiducia che da lui ho ricevuto anni fa: ha puntato molto su di me come esecutore materiale di molti di quei sogni culturali che facevano parte di una più larga “visione” della Sicilia del futuro. Con la morte nel cuore mi sento di onorare la promessa fatta, in tempi non sospetti, di realizzare i nobili propositi che condividevamo, unitamente all’Ordine dei Cavalieri di San Giorgio e ai confratelli, nell’arco della mia esistenza umana. Mi stringo attorno ai Fratelli che oggi perdono un Decano e un precettore avveduto e paziente, punto di riferimento di molti. Gli stessi con i quali con un’energia e un’ispirazione nuova porteremo avanti gli impegni presi sino al compimento della nostra opera nella ricerca della verità e della luce. Anche se la morte spezza la vita da un punto di vista fisico, essa non spezza l’inossidabile catena della Fraternità della quale a suo tempo ci siamo cinti. Ciò che in vita ha fatto il Cav. e mobile Fratello Alfonso Zambuto non muore con la persona ma resta imperituro a testimoniare l’esempio di percorso retto, giusto e perfetto del padre e marito esemplare e del fratello avveduto e devoto. L’Ordine offrirà ogni anno a Maggio, nel giorno del suo congiungimento al Padre Celeste, messe in suffragio e preghiere di commemorazione. Stringo al mio cuore, spiritualmente la sua famiglia.
Anche Padre R. Ferrante è intervenuto riguardo il triste evento: “In questo mesto giorno, con la tristezza nel cuore, per la perdita del Cav. Zambuto, uomo dai nobili sentimenti e promotore dei valori cristiani, mi sento di condividere con tutti coloro che lo aveva conosciuto, il mio cordoglio e la mia amarezza, per la sua dipartita da questo mondo. Io lo ricordo come una persona sempre attiva e combattiva. Riusciva sempre a spronarmi con i suoi progetti, per cercare di migliorare la nostra condizione di cristiani e di siciliani. Mi sento fortunato di averlo conosciuto e spero che dalla casa del Padre, da dove adesso gode il meritato riposo dell’anima, possa continuare a darci la forza per attuare tutti quei progetti che insieme c’eravamo proposti. Grazie Cavaliere. Eterna memoria.”
Diversi sono stati i messaggi di cordoglio ricevuti pieni di sentito dolore e dispiacere.