In Sicilia imprese in crisi di liquidità e Comuni in ritardo nel pagamento dei fornitori. Agrigento in maglia nera. Il report di ConfArtigianato Sicilia.
Il 35,3% delle imprese siciliane è in crisi di liquidità. E il 46,3% dei Comuni siciliani paga le fatture ai fornitori oltre i 60 giorni dall’emissione, in barba al limite di 30 giorni imposto dalla direttiva europea entrata in vigore il primo gennaio del 2013. Così è secondo l’Osservatorio economico di ConfArtigianato Sicilia, che basa la sua analisi territoriale esaminando i dati del ministero dell’Economia sui tempi di pagamento di 389 Comuni siciliani in riferimento ai primi tre trimestri del 2020. La maglia nera ricorre per le province di Enna, Agrigento e Messina. E la Sicilia, in classifica nazionale, si posiziona al penultimo posto. Infatti, solo poco più di un Comune pagante su 10, l’11,3%, è virtuoso e salda le fatture entro 30 giorni: si tratta di 44 Comuni, che concentrano un quinto, il 20,6%, dell’importo pagato, 275 milioni di euro. Complessivamente in Sicilia sono al di fuori dei limiti di legge l’88,7% dei Comuni, quindi 345, con una quota del 79,4% sull’importo pagato, ovvero 1 miliardo e 100 milioni di euro. In media, nei primi tre trimestri del 2020, a fronte di un importo totale di 2 miliardi di euro di fatture ricevute, i Comuni della Sicilia hanno pagato 1 miliardo e 300 milioni di euro, il 65,8% del totale delle fatture ricevute. E ciò mediamente in 47 giorni, a fronte di una media nazionale di 36 giorni. E l’Isola è pertanto la quinta regione nella classifica nazionale per più ampio tempo medio dei pagamenti dei Comuni. In media dunque i Comuni delle nove province pagano tutti oltre il limite di legge dei 30 giorni. Impiegano un maggior numero di giorni per effettuare i pagamenti i Comuni della provincia di Agrigento e Catania, complessivamente 54, e un numero di giorni più contenuto i Comuni della provincia di Palermo, 43. Invece, la provincia con la maggiore quota di Comuni in regola, ovvero che pagano entro 30 giorni, è Trapani, con il 29,2%, seguita da Caltanissetta, con il 22,7%. E le province con quote più elevate di Comuni che pagano invece oltre il limite sono Enna, addirittura il 100%, Agrigento, 95,3%, Messina, 94,4%, e Ragusa, 91,7%. E poi ancora, più nel dettaglio, si rilevano quote più elevate di Comuni che pagano oltre i 30 giorni nelle province di Catania, l’86%, Siracusa, l’85,7%, Palermo, l’85,4%, Caltanissetta, il 77,3%, e Trapani, il 70,8%. Giuseppe Pezzati, presidente di ConfArtigianato Sicilia, commenta: “Questi ritardi sono di particolare gravità nel pieno della crisi da pandemia, e i tempi vanno necessariamente accorciati. Troppi imprenditori non possono contare sulla certezza di vedersi saldate le fatture nei 30 giorni stabiliti, e, quando i pagamenti sono effettuati in maniera tardiva, le imprese soffrono enormemente. Più volte abbiamo sollecitato, anche con la nostra Confederazione nazionale, la compensazione diretta e universale tra i debiti (fiscali e contributivi) e i crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione. Il ritardo dei pagamenti pone tante piccole imprese nella condizione di rinunciare a partecipare ai bandi pubblici per paura delle lungaggini e dei contenziosi”.