Non si placano le tensioni in casa Forza Italia siciliana dopo il proposto, e poi ritirato, commissariamento. I dettagli.
Ancora retroscena emergono dopo il caso della proposta, poi ritirata, del presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, di insediare un triumvirato di commissari in Sicilia presieduto dall’eurodeputato Giuseppe Milazzo. Infatti, il presidente dell’Assemblea Regionale e coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, nel contesto derivato da quanto accaduto, ha a sua volta proposto al presidente della Regione, Nello Musumeci, lo scambio delle deleghe tra due assessori forzisti, ovvero Zambuto e Falcone. In particolare, Zambuto avrebbe dovuto assumere le deleghe a Infrastrutture e Trasporti, più consistenti, e Falcone la delega agli Enti Locali. L’assessore Falcone, lo ricordiamo, insieme al collega di giunta Armao, non ha firmato la lettera infuocata, firmata anche da Zambuto, che Miccichè e altri deputati regionali di Forza Italia hanno inviato a Berlusconi dopo la sua proposta di commissariare il partito in Sicilia. Musumeci però avrebbe risposto di non avere alcuna intenzione di procedere a modifiche in giunta e di non volere in alcun modo rinunciare ad Armao, ritenuto dal governatore un elemento fondante della coalizione che lo ha condotto alla vittoria. Insomma, le tensioni non si placano in casa Forza Italia siciliana. La resa dei conti con i dissidenti che non hanno firmato la lettera è attesa probabilmente dopo l’approvazione della finanziaria. Fino ad allora le fibrillazioni coveranno sotto cenere.