I governi e la lotta alla mafia, la ricerca della verità, la sentenza per il duplice omicidio Agostino e Castelluccio, e i mutamenti di Cosa nostra: l’intervento di Nino Di Matteo.
“I governi si susseguono ma spesso la priorità non è la lotta alla mafia”: ecco in estrema sintesi quanto ritiene e afferma il magistrato istruttore tra l’altro del processo “Trattativa” e adesso consigliere togato del Csm, Nino Di Matteo, che, più nel dettaglio, ha spiegato: “Purtroppo non sempre gli ultimi governi hanno messo in cima dell’agenda la lotta alla mafia. Come se la si voglia contenere invece che affrontare per debellarla. Dovremmo pensare a ideare una politica costante, che metta gli uomini giusti ai posti giusti per combattere questo fenomeno che può avere una fine”. E poi: “Il nostro Paese rischia di diventare un Paese senza memoria e pertanto senza futuro. Però la memoria non può essere solo sterile esercizio retorico. La memoria deve essere soprattutto consapevolezza e conoscenza delle cause che hanno fatto sì che nel nostro Paese fosse accaduto ciò che non è accaduto in nessun’altra parte del mondo. Sono stati uccisi a centinaia esponenti delle istituzioni, magistrati, politici, sacerdoti, giornalisti. Dobbiamo cercare di avere la consapevolezza che questo è potuto accadere perché Cosa nostra in particolare ha avuto la capacità di avere rapporti significativi con il potere politico, istituzionale, economico e finanziario”. E poi, in riferimento alla recente sentenza emessa a 32 anni dal duplice omicidio di Nino Agostino e Ida Castelluccio, Di Matteo ha commentato così: “La sentenza è la dimostrazione che la verità può venire fuori anche a distanza di tanti anni dai fatti. Basta continuare a cercarla. E’ importante la sentenza e sarà ancora più importante capire il movente di questo duplice omicidio ancora oggi oscuro. E sarà importante capire se, come noi avevamo ipotizzato all’inizio delle indagini, ci possano essere anche responsabilità di esponenti delle istituzioni che insieme agli uomini di Cosa nostra hanno ucciso quella giovane coppia di sposi”. E poi, ancora, nel merito dei mutamenti di Cosa nostra, Nino Di Matteo è intervenuto così: “Cosa nostra ha sempre avuto una grande capacità: quella di sapere adattare alla propria pelle i momenti che vive il Paese. Sa cambiare la propria pelle come un serpente e sa sfruttare i momenti. Questo è un momento pericoloso per la società e molto favorevole alle mafie che potrebbero sfruttare la difficoltà economica causata dall’emergenza pandemica. Dobbiamo sempre stare attenti al fatto che le mafie possono cambiare la loro strategia. Non sono convinto che abbiano abbandonato per sempre le strategie delle bombe e dell’attacco violento alle istituzioni. In questo momento ritengono più conveniente cercare una strategia di sommersione per agire indisturbate. Lo Stato questo lo deve capire e deve dare il meglio di se stesso per evitare che il Paese subisca, oltre i danni della pandemia, anche ulteriori danni dalla prepotenza mafiosa, ad esempio sui commercianti, sugli imprenditori e su tutta la parte del Paese che sta vivendo una crisi economica molto rilevante”.