Si ritengono opportune alcune considerazioni a seguito di quanto “rivangato” (tra virgolette) dal commissario dell’Azienda sanitaria, Mario Zappia, in riferimento al mancato rinnovo del primario Cardiologia ed Emodinamica all’ospedale di Agrigento, dottor Giuseppe Caramanno, nel ruolo di responsabile del Dipartimento cardiovascolare. La Cardiologia di Agrigento è un punto di riferimento, non solo provinciale, nelle cure delle malattie cardiovascolari. E’ un reparto storicamente sottodimensionato rispetto alle altre Cardiologie della Sicilia con pari volumi, che ha lavorato in tutti questi anni con grande merito e che, per incapacità di questa amministrazione nel reclutare e trattenere specialisti cardiologi, rischia di essere smembrato per coprire le mancanze di figure specialistiche in altri ospedali della provincia. Si chieda il Direttore Zappia il perchè negli ultimi anni molti specialisti cardiologi della nostra Azienda sanitaria hanno preferito andar via piuttosto che lavorare a Canicattì e Licata. Da più di 20 anni il dottor Caramanno ha avviato ex novo l’attività di emodinamica, che, nel tempo, si è consolidata come una delle migliori della Sicilia sia in termini qualitativi che quantitativi. Lo stesso Caramanno dirige ormai da anni brillantemente il reparto di Cardiologia. Nonostante tali risultati si conferisce l’incarico di Capo Dipartimento ad un primario di altra Azienda con atti ancora non rintracciabili sul sito dell’Azienda sanitaria e con motivazioni che nulla hanno a che fare con le capacità professionali di Caramanno. Tale vicenda, come anche l’incomprensibile ipotesi di aprire il reparto di Malattie infettive a Ribera e non ad Agrigento, dimostra ancora una volta il drammatico distacco tra la sanità sulla carta e la sanità sul campo.