16 arresti antimafia a Palermo. L’inchiesta ruota intorno al mandamento mafioso di Tommaso Natale ed allo scontro per il vertice del clan.
La Procura antimafia di Palermo, tramite i Carabinieri, ha disposto il fermo di indiziato di delitto di 16 persone indagate, a vario titolo, di associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsioni, danneggiamenti, minacce aggravate, e detenzione abusiva di armi da fuoco. L’inchiesta ruota intorno al mandamento mafioso di Tommaso Natale e, in particolare, alle “famiglie” di Tommaso Natale, Partanna Mondello e Zen – Pallavicino. Tra gli indagati vi è anche un capomafia storico: Giulio Caporrimo, che, in libertà dopo una lunga detenzione, si è fronteggiato con la nuova leadership di Francesco Palumeri, asceso al vertice del clan dopo la riorganizzazione degli assetti mafiosi seguita agli arresti dell’operazione Cupola 2.0 Dopo aver trascorso un periodo di isolamento a Firenze, Caporrimo l’11 aprile del 2020 è rientrato a Palermo riuscendo in poco tempo ad accentrare nuovamente su di sé i poteri dell’intero “mandamento” ed evitando gli spargimenti di sangue che sarebbe stato comunque disposto ad affrontare. I dissidi tra Caporrimo e Palumeri sono testimoniati da una intercettazione ambientale in cui Caporrimo, a proposito di se stesso, afferma: “Io sono Cosa Nostra”. E poi in riferimento a Palumeri e ai suoi amici aggiunge: “Loro sono… sono cosa come ci viene diciamo!”. Ecco i fermati: Francesco Adelfio, 39 anni, Andrea Barone, 21 anni, Carmelo Barone 59 anni, Marcello Bonomolo, 47 anni, Pietro Ciaramitaro, 32 anni, Giuseppe Cusumano, 37 anni, Francesco Finazzo, 64 anni, Salvatore Fiorentino, 38 anni, Sebastiano Giordano, 22 anni, Francesco L’Abbate, 46 anni, Andrea Mancuso, 22 anni, Francesco Palumeri, 60 anni, Giuseppe Rizzuto, 33 anni, Baldassare Rizzuto, 24 anni, Antonino Vitamia, 56 anni, Michele Zito, 46 anni.