Decisione destinata ad alimentare polemiche. Scarcerato dal Tribunale dei minorenni l’assassino del giovane medico Aldo Naro. I dettagli.
Andrea Balsano, 23 anni, condannato a 8 anni di carcere per l’omicidio, commesso da minorenne, del giovane medico di San Cataldo, Aldo Naro, la notte di San Valentino, tra il 13 e il 14 febbraio 2015, non è più detenuto all’Istituto “Malaspina”. L’ex buttafuori della discoteca “Goa” a Palermo ha scontato 5 anni, e per gli altri tre previsti dalla sentenza è stato affidato ai servizi sociali, con detenzione domiciliare nel fine settimana e nei giorni festivi. Fine pena nel febbraio 2024. Fino a tale data Andrea Balsano non potrà uscire da casa prima delle ore 7, e non potrà rientrare oltre le 21. Non può allontanarsi da Palermo, non può incontrare pregiudicati e deve mantenere una “buona condotta”. Non può frequentare soprattutto discoteche, bar, pub e sale gioco. Così ha deciso il Tribunale per i minorenni di Palermo. Affidandolo ai servizi sociali, i giudici hanno riposto fiducia nel giovane, già tra gli abitanti dello Zen, dove ha avuto fama di essere particolarmente violento. Il Tribunale ha valutato le relazioni di tutti coloro che nel corso dei cinque anni di detenzione si sono occupati di Balsano, tra psicologi ed educatori. E ha ritenuto che sia intervenuto un cambiamento, l’inizio di un percorso interiore positivo. I giudici verificheranno periodicamente se hanno riposto bene la loro fiducia. Soprattutto perché la famiglia di Aldo Naro ritiene che l’inchiesta non sia conclusa. Andrea Balsano ha confessato di avere scagliato il calcio fatale. “Ho fatto tutto da solo” – ha ripetuto. Però un’intercettazione in carcere forse lo smentisce. Balsano parla con un compagno di cella e le sue parole sono: “E’ successo un manicomio, si sono buttati sopra di me… abbiamo cominciato a cafuddare… e gli ho dato un calcio a questo picciutteddu”. Ebbene, “abbiamo cominciato a cafuddare”, quindi insieme a chi Balsano ha “cafuddato” contro Aldo Naro. La famiglia di Aldo Naro ha ottenuto una nuova inchiesta, e sono adesso sotto processo Massimo Barbaro, gestore della discoteca Goa, accusato di favoreggiamento, Francesco Troia, buttafuori, e Antonino Basile, giovane dello Zen, entrambi accusati di rissa aggravata dall’evento morte.