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Maxi truffa da 4 milioni e abusivismo finanziario, a Palma di Montechiaro sequestrati oltre a 18 conti correnti

La Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, nell’ambito di un’inchiesta della locale procura, ha indagato su 9 società, 4 italiane con sede a Roma, Catania, Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) e 5 estere, basate negli Stati Uniti, nella Repubblica Dominicana, in Nuova Zelanda e in Austria.Truffa e abusivismo finanziario i reati sin ora ipotizzati, per i quali sono indagate a vario titolo 10 persone, residenti in diverse parti d’Italia. Attarverso le diverse società, i 10 indagati avevano messo in piedi una classica truffa ceh utilizzava lo “schema Ponzi”, che aveva permesso loro di incassare somem ingenti dalle loro vittime.Dal 2015 al 2019 le società che avevano messo in piedi hanno raccolto denaro in assenza di iscrizioni, abilitazioni o autorizzazioni delle autorità del settore, per circa 26,5 milioni di euro, di cui solamente poco più del 50%, come emerso dalle analisi dei flussi finanziari, rimborsati attraverso la simulazione di una parte dei rendimenti di spettanza.

I 10 indagati sono gli amministratori delle società finite sotto la lente dei pm di Ascoli Piceno. Si tratta di imprese operano in diversi ambiti, dalla consulenza per la gestione della logistica aziendale e altre attività professionali a quella del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, in una serie di operazioni che, alla fine delle indagini, hanno disvelato una maxi truffa in danno di un centinaio di risparmiatori.Numerose, tra le vittime, anche le persone anziane convinte di far fruttare al meglio i risparmi di una vita. Sono cascate nel tranello, ad esempio, una 78enne di Roma, ad una coppia ultra 70enne di Garbara Novarese (Novara), una 79enne di Aragona (Agrigento) e una coppia di 80enni di Orte (Viterbo) che aveva “affidato” ai promoter una cifra di “soli” 5.000 euro, pari ai risparmi di diversi anni.Le Fiamme Gialle hanno anche sequestrato beni per 4 milioni di euro. In particolare, sono stati messi i sigilli a 33 terreni nel Piceno, a Roccafluvione, 12 immobili a San Benedetto del Tronto, Monteprandone e Castel di Lama. Nel viterbese, sequestrate proprietà a Montalto di Castro, nell’agrigentino, a Palma di Montechiaro, oltre a 18 conti correnti, buoni fruttiferi, depositi risparmio, polizze vita e carte prepagate sequestrate a Varese, Mogliano Veneto (Treviso), Roma, Guidonia Montecelio (Roma), Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Monteprandone, Castel di Lama, 3 auto sequestrate a Monteprandone, Castel di Lama e Palma di Montechiaro, una moto ad Ascoli Piceno, gioielli d’oro depositati presso una cassetta di sicurezza a Roma e quote azionarie di una Spa di Ascoli Piceno.

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