Non c’erano gli elementi per imporre la misura coercitiva nei confronti del deputato regionale Carmelo Pullara, così si è appena espressa la Cassazione. Indagato nell’ambito dell’inchiesta “Sorella sanità”, su una serie di presunte corruzioni e turbative d’asta (questo il reato che era contestato a Pullara) nell’ambito degli appalti per le forniture a ospedali e aziende sanitarie provinciali, ha fatto ricorso in Cassazione dopo che per lui era stata formulata la richiesta di applicazione della misura cautelare. Ora la Cassazione, che di fatto scagiona con formula piena l’esponente politico, ha annullato la richiesta di arresto. Una notizia che avrà sicuramente conseguenze importanti dal punto di vista politico, considerato che Pullara è stato di recente estromesso dal gruppo dei Popolari e autonomisti all’Ars. Carmelo Pullara, originario di Licata, nelle ultime consultazioni regionali era risultato il più votato del collegio di Agrigento. Vicepresidente della Commissione Sanità all’ARS, dopo le vicende giudiziarie era finito nel tritacarne mediatico. L’onorevole di recente ha assunto una posizione critica nei confronti del governo regionale, sia in temi di emergenza sanitaria che in temi di Recovery Fund.