A Siculiana ennesima fuga di migranti dall’ex Villa Sikania. L’intervento del sindaco Zambito. Naufragio e morti nel Mediterraneo. Lo sfogo della Ong Open Arms.
A Siculiana ennesima fuga, la seconda nell’arco di tre giorni, di migranti ospiti del centro d’accoglienza sito all’interno dell’ex Villa Sikania. Dalla struttura sarebbero fuggiti tra i 30 e i 40 minorenni non accompagnati, che si sono diretti verso il centro abitato. Il sindaco di Siculiana, Peppe Zambito, commenta all’Ansa: “Sono in corso le ricerche di polizia e carabinieri, c’è un maxi schieramento di forze dell’ordine che sta cercando di recuperare quanti più immigrati possibile. Si tratta di minorenni tunisini non accompagnati, si aggirano con aria spaesata. Fra i miei concittadini c’è allarme non perchè temono violenze, perchè non ce ne sono mai state, ma perchè siamo in tempo di pandemia. Non sappiamo se nella struttura ci sono persone poste in quarantena o casi di positività. E’ questo che crea allarme, non è certamente una questione di razzismo. Fin dal mio insediamento, mi sono trovato in sintonia con il prefetto di Agrigento e vogliamo lavorare per fare in modo che la struttura possa essere riconvertita ospitando famiglie o minori”. Nel frattempo, la Ong Open Arms ha soccorso un gommone naufragato nel Mediterraneo centrale, in acque libiche, con a bordo un centinaio di persone. Su twitter la Ong ha scritto: “Abbiamo terminato il soccorso, sono 5 le persone decedute per ora. L’equipe medica sta assistendo tutte le persone, circa cento, tratte in salvo dopo essere finite in acqua perché si è sfondato il fondo del gommone su cui si trovavano da un paio di giorni”. Tra i morti vi è anche un neonato di 6 mesi, Joseph, originario della Guinea. La salma di Joseph è stata portata a Lampedusa e si trova adesso nell’obitorio dell’isola. In un video, il presidente di Open Arms Italia, Riccardo Gatti, ha commentato: “Questo ennesimo naufragio dimostra come sia necessaria prima di tutto un’operazione congiunta in mare da parte dei governi dell’Unione europea e l’apertura di corridoi umanitari”.