Il futuro della gestione covid in Sicilia, tra i contagiati, i degenti, le terapie intensive e le prestazioni sanitarie. L’intervento degli addetti ai lavori.
Pandemia covid in Sicilia: “mala tempora currunt”. Lo statistico dell’ospedale “Civico” di Palermo, Giuseppe Natoli, prevede per la Sicilia un futuro drammatico: entro un mese saranno 3.300 i ricoveri e 470 i posti letto di terapia intensiva occupati. Dunque, la crisi assoluta, altro che “una situazione non di emergenza” come alcuni alla Regione sostengono. Il nuovo piano ospedaliero, appena presentato all’Assemblea regionale dall’assessore alla Sanità, Ruggero Razza, prevede, al massimo della sua estensione, una capienza inferiore ai numeri stimati da Natoli. Infatti l’obiettivo finale del piano, quando sarà attuato, è di 2.384 posti di degenza ordinaria e 416 in terapia intensiva. Come conferma Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari, al momento la Sicilia è a ridosso della soglia critica: infatti, adesso la saturazione dei posti letto in terapia intensiva è al 25 per cento, e la soglia critica per evitare di dovere interrompere le attività ordinarie degli ospedali, e concentrarsi solo sul covid, e al 30%. E l’attuale saturazione dei posti di degenza ordinaria è al 31%, a fronte della soglia critica che è al 40%. Tale scenario di crisi è confermato dal commissario per l’emergenza covid a Palermo, Renato Costa, che ha lanciato l’allarme. Le sue parole: “Se entro dieci giorni la situazione non si normalizza, avremo problemi seri. Dovremo sospendere le attività ordinarie e chirurgiche, utilizzando gli anestesisti per l’emergenza. Ma sono ottimista: le restrizioni, e lo screening di massa con i ‘drive in’ dei tamponi, dovrebbero frenare il virus. E se restiamo con i dati di questi giorni, con uno scarto di poche unità tra nuovi contagiati e guariti, possiamo farcela. Al momento meno luoghi affollati, rispetto delle distanze e mascherine sono l’unica possibilità che abbiamo per limitare la diffusione del coronavirus”. L’allarme di Costa, ovvero il “dovremo sospendere le attività ordinarie e chirurgiche utilizzando gli anestesisti per l’emergenza”, è stato recepito dall’assessorato regionale alla Sanità, che ha inviato una comunicazione a tutte le aziende ospedaliere siciliane e che prevede l’interruzione delle attività ordinarie qualora la situazione precipiti. E nella comunicazione, adesso all’attenzione dei manager, si legge: “L’invito è quello di riprogrammare le attività di ricovero da considerare clinicamente differibili secondo le indicazioni ministeriali. Per esempio, non sono procrastinabili i ricoveri in regime d’urgenza, i ricoveri oncologici e tutta una serie di altre attività considerate essenziali, mentre sono procrastinabili i ‘ricoveri elettivi non oncologici’ e altre prestazioni che dovranno essere riprogrammate non appena possibile”.