Lunedì prossimo 14 settembre avrà inizio il nuovo anno scolastico. Dopo la chiusura per il lockdown dello scorso mese di marzo, gli istituti scolastici riapriranno i battenti, “ma tutto ciò preoccupa non solo noi come sindacato, ma i genitori degli alunni, oltre al corpo insegnanti e al personale Ata e di segreteria”. Lo dicono Gero Acquisto Segretario generale Uil e Lillo Burgio Segretario provinciale Uil scuola. “La verità è che non ci sono ancora sicure linee guida e, visto quello che è successo negli altri Paesi europei costretti a richiudere le scuole dopo pochi giorni di lezione, la paura è tanta. Ci sono ancora da risolvere moltissimi problemi come la mancanza di igienizzanti, mascherine, i nuovi banchi, per non parlare degli spazi. Nel solo capoluogo, all’appello mancano ancora una trentina di strutture, ma anche in provincia la situazione non è delle migliori. Serve un provvedimento urgente per garantire l’apertura delle scuole con i docenti in cattedra sin dal primo giorno di lezione. Prorogare per il prossimo anno scolastico il contratto dei supplenti precari con almeno tre anni di servizio e i docenti in possesso della specializzazione sul sostegno: questa la proposta Uil Scuola presentata durante l’incontro al ministero per discutere degli aspetti puramente tecnici legati alla prossima circolare sulle supplenze.
Inoltre, bisogna tenere fortemente in considerazione la condizione dei lavoratori fragili è un fatto nuovo, connesso all’emergenza Covid. La persona è in grado di fare l’insegnante o di svolgere il lavoro di collaboratore. Non c’è inidoneità alla funzione. Inidoneo è l’ambiente di lavoro. Un provvedimento che offre una risposta immediata ai dirigenti scolastici, in emergenza. Quanto può durare? Un mese. Poi bisognerà predisporre un provvedimento legislativo che dia attenzione a queste persone. Serve uno strumento giuridico nuovo, quello attuale è improprio. Immaginiamo quanto accadrà nei prossimi giorni: il lavoratore fragile chiede che venga valutata la sua situazione. Il medico la riconosce e avvia la procedura. Il lavoratore può svolgere il suo lavoro ma non in quell’ambiente. Il contratto scuola si rivela, ancora una volta, strumento di garanzia moderno e flessibile: chi è malato incurabile non perde stipendio. Possibile che chi ha una situazione di fragilità connessa al Covid rischia la decurtazione economica e persino il licenziamento? Un vero paradosso. Qui non c’è inibizione. Si vorrebbe ribaltare l’onere. L’onere non è a carico del lavoratore ma del datore di lavoro, dello Stato che ne deve garantire la sicurezza. Non si può scaricare sui lavoratori una responsabilità per cause non imputabili a loro”.