I dipendenti delle aziende di trasporti SAL e ATA attraverso il sindacato FAISA-CISAL fanno sapere di aver indetto lo stato di agitazione e di aver chiesto un incontro col Prefetto perchè da 2 mesi non percepiscono lo stipendio. Il Prefetto Maria Rita Cocciufa ha chiesto ulteriori informazioni per attivare prima possibile la procedura di raffreddamento.
Immediata la replica delle aziende:
“Spett.le Redazione di TELEACRAS,
abbiamo constatato che sul Vostro sito, nella sezione “Attualità”, in data odierna i nomi delle Società, Sal Srl ed Ata Srl, sono state citate in un articolo dal contenuto non veritiero per cui intendiamo replicare a quanto pubblicato dichiarando quanto segue:
In merito alla lamentela posta alla Vostra attenzione, ci preme dichiarare che il nostro personale è effettivamente in arretrato della sola retribuzione di Marzo, poiché dal mese di Aprile e per le successive nove settimane (che verranno prorogate), sono stati prontamente attivati tutti quegli strumenti atti all’integrazione salariale previsti dalla legge i cui ritardi sono da imputare alla P.A. come dal vostra stessa emittente affermato con numerosi articoli di cronaca nei giorni scorsi.
Riteniamo, pertanto, che chi vi ha fornito tali informazioni aveva lo scopo di dare ai cittadini della comunità Agrigentina una informazione non corretta su fatti.
Non è da porre in secondo piano il fatto che il crollo dei ricavi, determinato dalle necessarie ordinanze imposte dall’organo concedente per evitare l’espandersi del contagio del COVID19, ha creato nel nostro settore, ed in molteplici altri, un aggravio di situazioni già provate dai ritardi atavici nella corresponsione dei corrispettivi contrattuali dovuti.
In merito a questo ultimo aspetto ci preme comunicarvi che l’Azienda vanta da sei mesi la corresponsione dei corrispettivi relativi all’ultimo mese del 2019, al primo ed al secondo trimestre del 2020 che, notizia di poche ore fa, verranno parzialmente saldati nei prossimi giorni. Tali importi, pur avendo la scrivente tutte le carte in regola per ottenerne un rapido pagamento, sono stati ostacolati e rallentati da alcuni errori di carattere tecnico posti in essere dagli uffici della P.A. regionale preposti ai pagamenti, che ne hanno determinato rilievi e impossibiltà di accredito, errori prontamente denunciati dalla scrivente a tutela degli interessi propri e dei suoi lavoratori. A questo si aggiunga, inoltre, l’interruzione di tutti i pagamenti dovuta dall’attesa imposta dalla pubblicazione della legge di bilancio che solo nei giorni scorsi, una volta avvenuta, ha permesso la riattivazione di tutti gli iter necessari.-
Le scriventi sono inoltre creditrici della P.A. di importanti somme, portate da provvedimenti del Tribunale di Palermo, passati in giudicato, che non sono state pagate come previsto dalla legge nel termine di gg. 120 dalla notificazione.
Tale stato di tensione finanziaria è dunque addebitabile alla ingiustificata morosità della Pubblica Amministrazione, dal ritardo nella adozione degli adempimenti conseguenti alla esecuzione di sentenze. Ciò di cui dovrebbe essere a conoscenza anche la O.S. aziendale che tanto allarme sta procurando nei lavoratori pur essendo a conoscenza della verità.
Riteniamo che le notizie a Voi riportate sono state forse veicolate da chi, in un momento di grave crisi finanziaria ed economica per l’intero territorio agrigentino, ha l’unico interesse di diffamare e creare scompiglio con notizie false e tendenziose che minano la serenità di tante famiglie.
Vi chiediamo dunque di volere predisporre con altrettanta visibilità ed alltrettanta tempestività tali dichiarazioni a tutela del nostro diritto di replica sancito dall’’art. 8 della legge sulla stampa 47/1948 e restiamo a vostra disposizione per ogni chiarimento e documento attestante che le notizie pubblicate non erano veritiere.
Distinti saluti.”