Il caso “cassa integrazione” in Sicilia: si è dimesso il dirigente al Lavoro, Giovanni Vindigni. Al suo posto si è insediato ad interim Giovanni Bologna.
Il caso “Cassa integrazione” in Sicilia: il dirigente generale dell’assessorato regionale del Lavoro, Giovanni Vindigni, ha rassegnato le dimissioni dalla carica. La decisione è stata annunciata dopo un colloquio riservato con il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che, d’intesa con l’assessore Antonio Scavone, ha accolto la dimissione dall’incarico. Su proposta dello stesso assessore, la Giunta regionale ha affidato l’incarico ad interim al ragioniere generale Giovanni Bologna, che si è già insediato. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha commentato: “Il dottore Vindigni è persona perbene, trovatasi, suo malgrado, al centro di una vicenda, quella dei ritardi nelle pratiche per la cassa integrazione, sulla quale occorrerà fare chiarezza. Per questa ragione con l’assessore Scavone abbiamo avviato un’indagine interna e stiamo verificando, al tempo stesso, la quantità e la qualità del lavoro prodotto in questi dieci giorni dai dipendenti collocati in lavoro agile” – ha concluso il governatore. Al momento è un flop la gestione della cassa integrazione in deroga da parte della Regione siciliana, sia per i ritardi che per la notizia di una bozza d’accordo con i sindacati, rivelata dallo stesso Giovanni Vindigni, che avrebbe previsto di corrispondere salario accessorio (10 euro per ogni pratica in più evasa dal dipendente regionale) per recuperare l’arretrato. Nel frattempo circa 140mila persone in Sicilia sono senza reddito e in difficoltà, e attendono ancora le somme. Il governo nazionale ha disposto l’invio degli ispettori in Sicilia.