I casi coronavirus in Sicilia. Doccia fredda del presidente della Regione, Musumeci, sui facili entusiasmi: “Liberi tutti solo quando sarà pronto il vaccino”.
I contagiati da coronavirus in Sicilia sono 3.085. Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 70.650. Sono risultate positive 3.085 persone. Attualmente sono ancora contagiate 2.123. 731 sono guarite e 231 decedute. Degli attuali 2.123 positivi, 475 pazienti sono ricoverati, di cui 35 in terapia intensiva, e 1.648 sono in isolamento domiciliare.
Ecco la distribuzione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento 67, Caltanissetta 116, Catania 663, Enna 300, Messina 376, Palermo 344, Ragusa 54, Siracusa 111, Trapani 92.
In Sicilia “liberi tutti” solo quando sarà a disposizione il vaccino contro il coronavirus. Parola di Nello Musumeci. E il presidente della Regione conferma e rilancia: “Sì, la logica dei numeri non deve farci perdere di vista che l’emergenza continua e continuerà per diverso tempo”. E ribadisce: “Diremo ‘liberi tutti’ solo quando sarà trovato il vaccino”. Poi, sulla mobilità fuori dalle regioni di appartenenza, Musumeci interviene così: “Io sono contrario alla mobilità extra-regionale. Dal nord è arrivata la proposta dell’apertura verso altre regioni, ma c’è stato un no di Cateno De Luca e mio. Noi siamo riusciti a ridurre la diffusione del virus perché abbiamo ridotto del 94% la mobilità ordinaria in Sicilia”. Poi, in riferimento a ciò che affligge maggiormente la Sicilia in termini economici, ovvero la crisi del turismo in un’Isola a spiccata e determinante vocazione turistica, Nello Musumeci commenta: “Noi, almeno per quest’anno, puntiamo su un turismo autoctono. Parliamo di almeno due milioni di persone. Speriamo che i dati epidemiologici potranno consentire di aprire anche al resto degli italiani, ma intanto come Regione, abbiamo comprato dei pacchetti che affidiamo ai tour operator: chi va in vacanza può pagare due notti e la terza la regaliamo noi”. E poi, più in genere sul rilancio dell’economia, il presidente della Regione prospetta: “Abbiamo bisogno di spendere risorse pubbliche, aprire velocemente i cantieri. Con le procedure vigenti possiamo scordarcelo perché impongono attese estenuanti, incompatibili con la gravità del momento. Bisogna snellire le procedure. Il presidente Conte si è riservato di decidere”. E poi, sui dispositivi di protezione, Musumeci si irrigidisce così: “Sulle protezioni ho detto al governo che la mascherina dovrà essere obbligatoria non solo sugli autobus o nei negozi, ma anche per strada o al parco”. Ovviamente il “liberi tutti” solo e allorquando sarà commerciabile il vaccino preoccupa le imprese siciliane. La Cna regionale invoca un trattamento meno severo in Sicilia sulle riaperture. E il dirigente regionale Cna, Francesco Cuccia, annuncia: “Facendoci carico della rabbia e del disagio della categoria, ci siamo subito mossi. Chiederemo con forza, attraverso un accorato appello alle Istituzioni politiche della Regione con in testa il presidente Musumeci, che la Sicilia, facendo leva sul fatto che la parabola del contagio sia ormai vicina allo zero, rivendichi una diversa programmazione della ripresa delle attività in modo da consentire a tante imprese, compresi acconciatori e centri estetici, e aggiungiamo noi anche bar e ristoranti, una riapertura più ravvicinata nell’ambito della calendarizzazione dell’avvio della fase 2”.