“Serve una manovra shock di 2 miliardi per salvare la Sicilia e da Roma nessun ostacolo, nessuno scippo, alla gestione delle risorse per amministrare il futuro delle nuove generazioni. Auspichiamo correttivi alla Finanziaria regionale che al momento vale 1,3 miliardi per sostenere le misure necessarie a mettere in sicurezza il Sistema Sicilia-
Così il Segretario regionale Ugl Sicilia, commentando i documenti economico- finanziari della Regione, e la manovra che complessivamente vale 1,3 miliardi.
La riprogrammazione dei fondi comunitari vale circa 4 miliardi da indirizzare a famiglie, lavoratori ed imprese – precisa – è saltato il vincolo di Maastricht sull tetto del 3%, lo Stato allenti la morsa sulla Sicilia che dal 2013 al 2018 ha già versati 7 miliardi. In ballo 2,2 miliardi di euro e non accettiamo ulteriore prelievo del 20%, pari ad un miliardo, dei fondi europei in riprogrammazione.
Per il biennio 2020/2021 Roma rinunci a due miliardi di concorso al risanamento della finanza pubblica – rilancia Messina – autorizzi lo slittamento al 2021 del ripianamento decennale che vale 421 milioni annui e della quota residua di quanto dovuto dalla Regione sul regime Iva che vale 142 milioni di euro, chiuda con il riconoscimento per le accise che vale almeno 600 milioni annui e accetti la sospensione per la Sicilia della quota capitale mutui prevista per le regioni a statuto ordinario.
Va sostenuto lo straordinario impegno sanitario del governo siciliano – sottolinea il Segretario Ugl Sicilia – varando un piano regionale socio-sanitario, di contrasto alle nuove povertà, un Piano regionale sicurezza dei luoghi di lavoro, sostenere gli investimenti delle imprese per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro ed il lavoro agile.
Bene finanziamento di 10 milioni del Fondo di solidarietà della pesca e dell’acquacoltura ma non basta – chiarisce – servono ulteriori 20 milioni.
Per la Cigd – dice Messina – i numeri dicono che i 275 milioni stanziati dal governo nazionale sono insufficienti. Servono 200 milioni per non lasciare fuori 100 mila lavoratori.
Bene la copertura di 130 milioni per i comuni e chiediamo certezze per forestali e Trasporto pubblico locale – conclude – per la formazione professionale serve rilancio e il rifinanziamento il Fondo di garanzia per 15 milioni, vanno prorogati i termini per la rendicontazione dei finanziamenti comunitari; chiediamo norma ai lavoratori ASU sul “non dovuto recupero delle ore non lavorate” e proseguire con lo svuotamento del bacino, ed autorizzare Crias, per le proprie linee di credito, a stipulare convenzioni con i Consorzi fidi.”