L’aggiornamento dei casi coronavirus. Domenica no alle consegne alimentari a domicilio. Esplode il caso migranti a Lampedusa. Martello invoca una nave d’accoglienza.
I casi di contagio da coronavirus in Sicilia sono 2.159. Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 27.438. Sono risultati positivi 2.159. Attualmente sono ancora contagiate 1.893 persone. 133 sono guarite e 133 decedute. Degli attuali 1.893 positivi, 628 pazienti sono ricoverati, di cui 65 in terapia intensiva, e 1.265 in isolamento domiciliare.
Ecco la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento 110, Caltanissetta 94, Catania 560, Enna 279, Messina 330, Palermo 286, Ragusa 49, Siracusa 84, Trapani 101.
Nel frattempo la Regione ha risposto no alle istanze, ad esempio dalla Cna agro-alimentare, di consentire, almeno soltanto per la giornata di Pasqua domenica 12, se non pure lunedì 13 di Pasquetta, le consegne a domicilio di alimenti, a fronte della chiusura in Sicilia domenica e lunedì prossimi dei supermercati e dei negozi di generi alimentari. Il capo della Protezione civile regionale, l’ingegnere agrigentino Calogero Foti, ha firmato un’apposita circolare in cui si legge: “Durante la chiusura domenicale e nei giorni festivi delle attività commerciali, disposta con ordinanza dal presidente della Regione, anche i servizi di consegna a domicilio devono intendersi sospesi, con eccezione di farmaci e di materiale editoriale”. Punto. E a capo. Ancora nel frattempo le case di cura o di riposo si sono rivelate spesso, non solo in Sicilia, focolai di contagio, ed ecco perché Cgil, Cisl e Uil settore pensionati hanno rivolto al governo Musumeci un appello ad “intensificare – affermano – verifiche a tappeto sulle condizioni di vita e di lavoro all’interno delle case e delle strutture residenziali e di cura per anziani e persone fragili. E’ dimostrato che finora queste strutture rischiano di essere quelle più colpite, l’anello debole della catena. Se vogliamo evitare vere e proprie stragi, e la diffusione di contagi, occorre intervenire con decisione”. Ancora nel frattempo a Lampedusa sono approdate altre decine di migranti. Il centro d’accoglienza in contrada Imbriacola è saturo. Sono necessari i trasferimenti e, soprattutto, le quarantene. I residenti di Lampedusa hanno protestato contro il sindaco Totò Martello: “Noi rispettiamo le regole, in casa, per scongiurare il contagio. E i migranti, anziché in quarantena, passeggiano in via Roma. E’ intollerabile”. Il sindaco Martello ha condiviso la rabbia dei propri concittadini, si è rivolto alla ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e ha invocato l’allestimento di una nave per l’accoglienza. Il sindaco spiega: “Sì, serve una nave ormeggiata di fronte al porto di Lampedusa: in questo momento credo sia l’unica soluzione possibile per evitare che altri migranti stazionino sull’isola dove non c’è più spazio per la loro permanenza. Dopo lo sbarco di 34 persone lunedì scorso e adesso in quarantena nel centro d’accoglienza, nelle ultime ore sono arrivate sull’isola altre 110 persone, che sono rimaste nell’area del Molo Favaloro assistite da personale sanitario e delle Forze dell’ordine. Di queste, 50 sono state trasferite a Porto Empedocle, le altre 60 sono in attesa di trasferimento. Non è possibile ospitare altri migranti poiché sull’isola non ci sono strutture adeguate, ma non è neppure possibile pensare di lasciare questa gente a tempo indeterminato sul Molo Favaloro in attesa del trasferimento. Se ci fosse una nave qui di fronte i migranti potrebbero essere intercettati già prima di arrivare sull’isola o, in caso di sbarchi ‘autonomi’, sarebbero immediatamente trasferiti a bordo”.