L’imprenditore di Bivona e testimone di Giustizia, Ignazio Cutrò, ancora destinatario di cartelle esattoriali per debiti accumulati dalla sua impresa. Già nel marzo scorso una cartella da 39mila euro è stata congelata a seguito, probabilmente, del clamore mediatico sollevato dalla richiesta di pagamento. Adesso a Cutrò è stata recapitata un’altra cartella da 11mila e 652 euro euro, e lui afferma: “Non ho questa disponibilità economica. Per me e la mia famiglia questa è stata l’ennesima umiliazione di uno Stato che, anziché proteggerci, ci ha abbandonato e ferito. Se questo è il trattamento che viene riservato a chi denuncia la mafia, noi rinunciamo volentieri ad essere cittadini di questo Stato. Rassicurazioni ci sono giunte sul blocco delle cartelle esattoriali, ma ad oggi gli impegni assunti da Regione e ministero dell’Interno non sono stati ancora mantenuti. Se alla scadenza del termine di pagamento, chi dovrebbe tutelarmi continuerà ad agire nel silenzio, un corpo carbonizzato verrà recapitato dinanzi a uno dei palazzi di Roma o di Palermo, e quel corpo sarà il mio. Sono stanco di continuare a lottare anche contro uno Stato assente e che io stesso ho difeso, mandando in galera i mafiosi. 20 anni del mio calvario si trasformano in 5 giorni di tempo per pagare i debiti di una impresa costretta a chiudere per aver denunciato il racket. Se questo è il segnale di legalità che vuole trasmettere lo Stato, allora lo Stato non ha veramente capito niente. Mi appello anche alla sensibilità del governatore della Regione, Nello Musumeci, che da presidente della Commissione regionale antimafia mi aveva più volte espresso vicinanza e sostegno. Presidente: la Regione può bloccare quelle cartelle e lei, fino a prova contraria, ne è il presidente”.