L’assessore Pierobon ottiene dalla Giunta 2 milioni di euro per finanziare la redazione dei Piani d’ambito delle Assemblee territoriali idriche. I risvolti nell’Agrigentino.
Sono le Ati, le Assemblee territoriali idriche, a sovrintendere alla gestione del servizio idrico e fognario nelle province siciliane. Le Assemblee sono composte da tutti i sindaci dei Comuni compresi nella provincia. Sono le Ati, pertanto, a valutare e decidere come gestire il servizio idrico. Ebbene, le nove Ati siciliane, e in particolare l’Assemblea territoriale idrica di Agrigento, brancolano nel buio. Sì perché, ad esempio, l’Ati agrigentina ha deliberato la rescissione del contratto con il gestore privato Girgenti Acque, e poi ha deliberato che a gestire il servizio idrico non sarà più una società per azioni, un privato, ma un’Azienda speciale consortile formata dagli stessi Comuni consorziati. E poi però nulla. Al momento tutto è come prima, tranne che la società Girgenti Acque è commissariata e, quindi, la gestione del servizio è affidata a due commissari prefettizi, che sono l’ingegnere Gervasio Venuti e l’avvocato Giuseppe Dell’Aira. Venuti e Dell’Aira si avvalgono della struttura, del personale, dei mezzi e degli impianti di Girgenti Acque. Anche le bollette recapitate agli utenti sono ancora intestate a Girgenti Acque. Ecco perché, concretamente, l’Ati agrigentina, a parte le deliberazioni, non ha prodotto nulla di nuovo. Sono necessari i Piani d’ambito, reclamati dalla Regione. Si tratta dei progetti tramite cui le Ati indicano alla Regione come intendono procedere nella gestione del servizio idrico. Forse mancano i soldi per redigere i Piani d’ambito? Probabilmente. Ecco perché l’assessore regionale ai Servizi primari, Alberto Pierobon, annuncia che il governo Musumeci, accogliendo una sua proposta, ha finanziato con 2 milioni di euro la redazione dei Piani d’ambito delle Assemblee territoriali idriche. Il Piano d’ambito è fondamentale per effettuare gli investimenti di potenziamento delle reti idriche e fognarie. E in mancanza dei Piani, dal primo gennaio 2021 la Sicilia non potrà più attingere ai fondi europei per il periodo 2021-2027. Ecco perché l’assessore Pierobon ha proposto e ottenuto di anticipare alle Ati i soldi necessari per disegnare i Piani d’ambito. E lo stesso assessore Pierobon spiega: “Stiamo lavorando per mettere in condizione le Ati di entrare finalmente in funzione. Nei mesi scorsi, per la prima volta in Italia, abbiamo chiarito, insieme ad Anci Sicilia, Ordine Commercialisti e altri enti, che la Cassa depositi e prestiti può finanziare i Piani, e anche l’autorità di controllo, l’Arera, ha confermato l’ok. E’ stato un chiarimento di grande portata perché in questo modo si potranno ottenere le risorse per investire. Perché in Sicilia, è bene ricordarlo, l’acqua c’è, la risorsa idrica è presente, ma permangono ancora alcuni ostacoli. Nel frattempo con questi 2 milioni stanziati in Giunta acceleriamo il processo e interveniamo per rimuovere subito alcune criticità”.