Un’impresa edile con sede nel Comune di Alcamo ha realizzato, presso tale Comune, un complesso immobiliare.
Nei confronti del titolare dell’impresa, del progettista e del direttore dei lavori è stato avviato un procedimento penale per presunti reati edilizi dagli stessi commessi.
Il Tribunale di Trapani, nel 2016, ha assolto gli imputati “perché il fatto non sussiste”.
Tuttavia, il Comune di Alcamo – sempre nel 2016 e a distanza di svariati anni dalla realizzazione delle opere – ha ordinato la demolizione del complesso immobiliare, sostenendo che lo stesso fosse abusivo.
L’impresa edile, pertanto, con il patrocinio dell’avvocato Girolamo Rubino, ha impugnato l’ordine di demolizione, rilevandone la palese illegittimità.
Il TAR Palermo, condividendo le censure sollevate dall’avvocato Rubino, ha disposto il riesame del provvedimento impugnato, “al fine di consentire alla pubblica amministrazione di valutare la possibilità di sostituire la sanzione della demolizione con quella pecuniaria”.
A seguito di tale ordinanza, il Comune di Alcamo, con un nuovo provvedimento, ha sostituito il precedente ordine di demolizione con una sanzione pecuniaria di oltre 530mila euro.
L’impresa edile, pertanto, sempre con il patrocinio dell’avvocato Rubino, ha chiesto l’annullamento anche di tale sanzione pecuniaria, rilevando che, con la citata sentenza del Tribunale di Trapani, la presenza di abusi edilizi è stata esclusa sia dal Collegio peritale sia dal Giudice Penale.
In particolare, l’Avvocato Rubino ha rilevato che la sentenza di assoluzione del Tribunale di Trapani è stata resa all’esito di un giudizio penale in cui il Comune di Alcamo si è costituito parte civile, pertanto, sulla scorta delle statuizioni di tale sentenza, il Comune (parte del giudizio) non avrebbe potuto adottare i provvedimenti sanzionatori impugnati.
Il TAR Sicilia Palermo, condividendo le censure proposte dall’avvocato Rubino, ha annullato l’impugnata sanzione pecuniaria.
Per effetto della sentenza, l’impresa edile non dovrà pagare la sanzione pecuniaria di oltre 530mila euro irrogata dal Comune di Alcamo che, invece, è stato condannato al pagamento delle spese legali liquidate 2mila euro.