Il palazzo di Giustizia di AgrigentoLa Procura della Repubblica di Agrigento, tramite la pubblico ministero, Alessandra Russo, ha notificato cinque avvisi di conclusione delle indagini, che si riferiscono al periodo 2012-2013, a tre marescialli di Dia, Guardia di finanza e Carabinieri, e a due imprenditori, indagati di corruzione. Si tratta di Salvatore Trigona, 54 anni, maresciallo aiutante delle Fiamme gialle, in servizio alla Dia, la Direzione investigativa antimafia, Francesco Barba, 56 anni, in servizio alla tenenza della Guardia di finanza di Porto Empedocle, e Salvatore Manuello, 62 anni, nel 2013 in servizio alla compagnia dell’Arma di Licata. Gli imprenditori sono Angelo Incorvaia, 56 anni, di Canicattì, e Valerio Peritore, 52 anni, di Licata. Entrambi sono legali rappresentanti della Omnia Srl, una società che opera nel settore della nettezza urbana. I due imprenditori, secondo quanto ipotizza la Procura di Agrigento, avrebbero corrotto i tre marescialli per ottenere informazioni riservate su indagini in corso a loro carico, e sull’istruttoria relativa alle certificazioni antimafia. I sottufficiali sarebbero stati ricompensati con il pagamento dell’imposta sugli immobili relativa a delle proprietà personali di Trigona, con la promessa dell’assunzione del fratello di Barba, e con una consulenza in affari di tipo personale a Manuello. Dopo l’avviso di conclusione delle indagini, i difensori, gli avvocati Daniela Posante, Giuseppe Barba, Antonio Ragusa e Angelo Balsamo, hanno venti giorni di tempo per produrre atti e strumenti a difesa. Dopodiché la Procura formulerà la richiesta di rinvio a giudizio.