Il governo nazionale, forte di una sentenza della Corte Costituzionale, nega alla Regione Sicilia di rateizzare in 30 anni il residuo del disavanzo. L’intervento di Armao.
Dai primi mesi dell’anno 2019, da quando è stata approvata la Finanziaria della Regione Siciliana, è stato paventato il rischio, gravante come una ghigliottina, che il governo nazionale non avrebbe concesso alla Regione Sicilia la possibilità di rateizzare in 30 anni il residuo del disavanzo di 400 milioni di euro, che sarebbe invece da pagare in 4 anni, e quindi 100 milioni di euro all’anno a decorrere dal 2019. Ecco perché sono stati progettati severi tagli al Bilancio della Regione. Adesso tale spettro si è materializzato: i siciliani pagheranno i 400 milioni di euro in 4 anni, e nel frattempo si è aggrappati alla speranza, ultima a morire, di una rateizzazione in 10 anni, che, tuttavia, non sono i 30 anni invocati dall’assessore regionale all’Economia, e vice presidente della Regione, Gaetano Armao, che spiega: “Il disavanzo della Regione Sicilia ammonta complessivamente a 1 miliardo e 900 milioni di euro. La Regione ha ottenuto dallo Stato la rateizzazione di 1 miliardo e mezzo di euro in 30 anni, quindi, 50 milioni di euro all’anno. Mancano all’appello 400 milioni di euro che si prevede di ripianare in 4 anni, anche se lo schema di norme all’attenzione della commissione paritetica Stato – Regione prevede una ipotesi di 10 anni. E ciò è determinato da una sentenza della Corte Costituzionale che nel febbraio scorso ha riconosciuto nei 30 anni uno spazio eccessivamente lungo, e quindi ci si dovrà muovere tra i 4 e i 10 anni, non di più”. Nel frattempo l’apposita commissione di indagine sul perché del disavanzo, istituita dal governo Musumeci, ha presentato l’esito del suo approfondimento tecnico. La commissione, presieduta da Giovanni Sapienza, conferma che il disavanzo è stato ereditato dalla precedente legislatura, da alcune scelte operate dal governo Crocetta nel 2015 e nel 2016, attraverso concessioni e rinunce tra Palermo e Roma che poi sono risultate pesantemente negative per il bilancio della Regione. Ancora nel frattempo la giunta regionale ha approvato il rendiconto 2018, e lo stesso Armao commenta: “In questo primo anno e mezzo di lavoro, il governo Musumeci ha recuperato credibilità nel negoziato con Roma. La tenuta dei conti è una priorità assoluta perché i conti in regola rendono il bilancio sostenibile e capace di sviluppare i piani di investimento senza i quali la Sicilia non può crescere”.