Gli altri procedimenti e processi in corso nell’ambito dell’inchiesta “Montante”. Dopo la sentenza in abbreviato, la Procura sollecitata ad ulteriori valutazioni di competenza.
Oggi, martedì 14 maggio 2019, ricorre un anno esatto dall’arresto di Antonello Montante, lunedì 14 maggio del 2018, nell’ambito dell’inchiesta della Squadra Mobile e della Procura di Caltanissetta cosiddetta “Double Face”, che venerdì scorso 10 maggio è sfociata nella sentenza di primo grado e nella condanna di Montante a 14 anni di reclusione a termine del giudizio abbreviato. Il processo al “Sistema Montante” non è concluso. Anzi, tutt’altro. I difensori di Montante, gli avvocati Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto, hanno annunciato ricorso in Appello. E nel frattempo sono ancora in itinere le indagini, che si avvalgono anche della collaborazione di un dirigente regionale, relative all’altro tipo di associazione a delinquere contestata ad Antonello Montante, in concorso, in tale caso, con l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta e gli ex assessori alle Attività produttive della sua giunta Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, oltre il già presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, e un gruppo di imprenditori. Gli inquirenti ipotizzano un accordo tra Montante e Crocetta per pilotare i fondi dell’assessorato regionale alle Attività produttive. Ancora nel frattempo, innanzi al Tribunale di Caltanissetta, presieduto dal giudice Francesco D’Arrigo, è in corso il processo ordinario a carico dei 16 imputati, tra cui l’ex presidente del Senato Renato Schifani, il tributarista Angelo Cuva, l’ex direttore dell’Aisi servizi segreti civili Arturo Esposito, e l’ex caporeparto dello stesso Aisi, Andrea Cavacece, che, anziché l’abbreviato come Montante, hanno scelto di essere giudicati in ordinario. E ancora nel frattempo, la giudice Graziella Luparello, che venerdì scorso ha emesso la sentenza in abbreviato, ha trasmesso alla Procura di Caltanissetta i verbali di due testimoni “per le valutazioni di competenza”: si tratta di Mario Parente e Valerio Blengini, già direttore e vicedirettore dell’Aisi, il servizio segreto civile. Tali valutazioni ruotano intorno ad Andrea Cavacece, sotto processo ordinario perché avrebbe comunicato all’ex direttore dell’Aisi, Arturo Esposito, notizie sull’indagine a carico del colonnello Giuseppe D’Agata, e tali notizie sarebbero poi giunte all’ex presidente del Senato, Renato Schifani, al tributarista Angelo Cuva, fino allo stesso colonnello D’Agata: ed ecco perché Schifani, Esposito, Cuva e D’Agata sono sotto processo. Le testimonianze di Blengini e di Parente si riferiscono ad alcune modalità e tappe della circolazione delle notizie sull’indagine a carico di D’Agata, e secondo gli inquirenti sono bisognose di ulteriori approfondimenti e riscontri. E in occasione di un’altra udienza del processo ordinario in corso, il giudice D’Arrigo, accogliendo le richieste dei difensori, ha deciso di non ascoltare in aula come testimoni i tre collaboratori di giustizia Ciro Vara, Aldo Riggi e Carmelo Barbieri, ma di acquisire agli atti del processo i loro verbali senza esame dibattimentale. E tre periti sono stati incaricati a trascrivere, entro tre mesi, le relative intercettazioni telefoniche e ambientali. Prossima udienza il 27 maggio, con l’esame di Dario Di Francesco, altro collaboratore di giustizia.