Lettera infuocata dell’assessore Razza ai manager delle Aziende sanitarie sul caos nei Pronto Soccorso. L’intervento dei sindacati. Le complicanze del picco dell’influenza.
L’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, galoppando veloce come un cavallo di razza, interviene in soccorso dei Pronto Soccorso degli Ospedali siciliani. Lui, Razza, si è recato con visite non annunciate nei Pronto Soccorso di Palermo, Messina e Catania. Ha colto tutto e tutti di sorpresa, per rendersi personalmente conto della condizione di sovraffollamento, di caos e, di conseguenza, di pericolo, che incombe nei reparti di emergenza. Poi l’assessore è rientrato a Palermo, ha scritto una lettera e l’ha inviata a tutti i manager a capo delle Aziende sanitarie provinciali siciliane. Ruggero Razza raccomanda l’attuazione delle sue direttive per ovviare all’intasamento dei Pronto Soccorso. L’assessore ha istituito una cabina di regia in ogni Azienda sanitaria affinchè ciascuna cabina, tramite degli appositi “bed manager”, i manager dei letti, reperisca posti letto ai pazienti del Pronto Soccorso che hanno necessità del ricovero, o in reparti diversi, ad esempio un paziente con l’appendice infiammata in ginecologia, oppure anche fuori dall’ospedale, ricorrendo alle strutture private convenzionate o accreditate. E lo stesso Ruggero Razza tuona: “Non è possibile tollerare la disponibilità di posti letto nei presidi viciniori e, contestualmente, la presenza di pazienti ammassati nelle aree adiacenti il Pronto Soccorso”. E non solo: Razza ha stanziato circa 40mila euro per comprare barelle, sedie e imbiancare i muri delle sale d’attesa dei Pronto Soccorso, spesso vandalizzati da scritte, adesivi, oltre che per la manutenzione di corridoi e vialetti. Peraltro, adesso è insorto in Sicilia il picco dell’influenza, e si è scatenato un assalto di massa ai Pronto Soccorso soprattutto a causa delle complicanze influenzali subite dai soggetti più fragili. Oggi mercoledì 30 gennaio l’assessore Razza riceve una delegazione della Fsi, la Federazione sindacati indipendenti, ed il segretario regionale, Calogero Coniglio, spiega: “Le strutture ospedaliere sono in grado di fronteggiare le patologie più gravi, ma il collo di bottiglia riguarda quelle meno gravi. E’ un problema di cui si parla da anni, ma che finora non ha trovato soluzione. E’ necessario liberare posti nei reparti, incentivare il personale del pronto soccorso, assumere nuovi infermieri, medici, assistenti di supporto e potenziare le strutture di osservazione breve. I picchi di influenza, lo scorso inverno, hanno comportato attese per i pazienti che hanno superato le 22 ore, ed oggi in generale è possibile aspettare anche 2 giorni per essere ricoverati. Il personale è costretto a operare in condizioni critiche, stressati e sommersi da turni di lavoro estremi, con pazienti e familiari indignati per la situazione di precarietà organizzative che sono costretti a subire in molti ospedali”.