Il ministro Toninelli, al momento, non incontrerà i sindaci agrigentini, nisseni e palermitani. I creditori della Cmc: “Il governo anticipi i soldi. Il blocco dei cantieri è un sequestro di persone”.
Sabato 19 gennaio scorso i sindaci interessati e afflitti dal blocco dei cantieri stradali verso Palermo e Caltanissetta, a causa della crisi dell’impresa Cmc, si sono riuniti al Municipio di Agrigento radunati dal sindaco di Agrigento, Calogero Firetto. E ciò per consolidare un fronte di lotta per il ripristino di condizioni minimamente normali di viabilità e bussare virtualmente alla porta del ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, affinchè intervenisse a rimedio. Ebbene, poco più di una settimana dopo si apprende che il ministro Toninelli non incontrerà, almeno per il momento, i sindaci agrigentini, nisseni e palermitani, e che, probabilmente, sarà lui, Toninelli, a recarsi dai sindaci, in visita nei luoghi del disastro provocato dal dissesto finanziario della Cmc di Ravenna, titolare degli appalti sulle strade statali 121,189 e 640. I sindaci sono furibondi e meditano di rivolgersi al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E il sindaco Firetto replica così al mancato aggancio con il ministro Toninelli: “Sul futuro della Agrigento-Palermo e della Agrigento-Caltanissetta il silenzio del ministero delle Infrastrutture è assordante. Il grido dei sindaci rimane sostanzialmente inascoltato, mentre mezza Sicilia – territorio, studenti, lavoratori, imprese – di fatto è schiacciata dal superamento di ogni limite di pazienza. Si apprende, da contatti informali con il ministero, che il ministro Danilo Toninelli potrebbe programmare per la fine di febbraio o nei primi di marzo una visita ai cantieri. Ciò sarebbe stato più sensato nel novembre scorso quando è giunto ad Agrigento. Ora, invece, la visita del ministro Toninelli sarebbe solo una sorta di giro turistico nei cantieri chiusi, un itinerario della memoria. Oltre al danno, la beffa. Scriveremo al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché in Sicilia sia garantito il lavoro, lo studio, la sicurezza, lo sviluppo. Andremo a Roma, chiederemo che il ministro Toninelli intervenga subito e la protesta andrà avanti ad oltranza affinché la parte sud occidentale della Sicilia recuperi il collegamento con le principali direttrici regionali”. Nel frattempo, il Comitato dei creditori del gruppo Cmc per i lavori pubblici in Sicilia, che vanta oltre 50 milioni di euro di crediti e fatture non pagate da 18 mesi, pressa sul governo nazionale – e non sull’Anas perché l’Anas ha già spiegato di non avere risorse sufficienti – affinchè il governo anticipi il denaro per saldare i debiti della Cmc, e poi si rivalga sulla Cmc. Il Comitato, tra imprese edili e fornitori, scrive: “Il governo nazionale assuma finalmente una posizione chiara e decisa sulla crisi della Cmc di Ravenna, che in Sicilia ha messo sul lastrico oltre cento imprese e 2.500 lavoratori. Anticipi i soldi ai creditori siciliani della Cmc per consentire la ripresa immediata dei lavori sulla Agrigento-Palermo, sulla Agrigento-Caltanissetta e sulla metropolitana di Catania, e sia poi lo stesso governo a rivalersi sulla Cmc affrontando le lunghe procedure di recupero crediti che noi non potremmo sopportare. Interi quartieri a Caltanissetta sono rimasti tagliati fuori dal mondo a causa dei cantieri che hanno interessato la zona devastando le strade di collegamento. Per la stessa ragione sono state sospese le autolinee che collegano diversi centri lungo la Palermo-Agrigento perché gli autobus non possono transitare più dove si sono create strettoie, impedendo a pendolari e studenti di usufruire dei mezzi pubblici. E lo scorso 12 gennaio una donna di Roccapalumba ha dovuto partorire in ambulanza per l’impossibilità di raggiungere in tempo l’ospedale di Palermo. Lo Stato non può restare immobile di fronte a questo ‘sequestro di persone di fatto’, nè abbandonare tanti cittadini all’isolamento”.