In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Palermo, il presidente della Corte d’Appello, Matteo Frasca, ha ipotizzato una riappacificazione delle correnti mafiose dopo la morte di Riina. E nella sua relazione, tra l’altro, ha scritto: “Dopo la morte di Totò Riina le dinamiche interne a Cosa Nostra rivelano un patto di pacificazione tra le cosche e di riorganizzazione nelle quali Matteo Messina Denaro è quasi ininfluente. E’ ormai accertata la pacifica convivenza dei corleonesi, anche i più intransigenti, con i perdenti, ovvero i palermitani, ormai tornati da qualche tempo sul territorio di origine, che gestiscono indisturbati i loro affari illeciti anche di un certo rilievo. A prova di ciò, nelle indagini più recenti non vi è traccia di ideazione, anche generica, di fatti di sangue o, in ogni caso, di violenza da una parte o dall’altra. Le principali fonti di arricchimento e di accumulazione restano sempre il traffico di stupefacenti, il pizzo che è ancora lo strumento più semplice da adottare in tempi brevi, e le scommesse soprattutto on line. La mafia è sempre attiva, con articolazioni che arrivano nel mondo delle professioni, nel campo degli appalti, ma la gestione e la turbativa riguardano quasi esclusivamente gli appalti degli enti locali di piccole e medie dimensioni”.