In Sicilia da aprile a dicembre 2019 saranno pagati redditi di cittadinanza a circa 980mila persone, corrispondenti a 342mila famiglie, per 980 milioni di euro. Dettagli e difficoltà.
Se le intenzioni del Movimento 5 Stelle non fossero state parzialmente scremate dalla trattativa con la Commissione Europea, il reddito di cittadinanza in Sicilia avrebbe catapultato la cifra mostruosa di 2 miliardi e 700 mila euro. E, invece, il latte intero proposto da Luigi Di Maio è stato scremato, ed in Sicilia, tra aprile e dicembre 2019, è previsto il pagamento di redditi di cittadinanza per 980 milioni di euro. Almeno così è secondo le stime della Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. Ancora più nel dettaglio: nel Mezzogiorno, nel Sud Italia, sono attesi 5 miliardi di euro per 1.283.400 nuclei familiari con reddito Isee da 0 a 9.000 euro, e, quindi, quasi un quinto della somma complessiva sarà intascato dagli aventi diritto siciliani, che sono quasi un milione di persone, e dunque uno ogni 5 residenti in Sicilia beneficerà del reddito di cittadinanza. In termini di nucleo familiare, le famiglie potenzialmente interessate in Sicilia sono 342mila, di cui oltre 100mila a Palermo e 80mila a Catania. Nel frattempo, come in tutte le occasioni di collaudo e di rodaggio, incombe tanta confusione. E gli assessori regionali al Lavoro di Italia hanno incontrato il vice presidente del Consiglio, Di Maio, e hanno invocato: “Vogliamo rassicurazioni su tempi e modalità di attuazione del reddito di cittadinanza, perché altrimenti si rischia il caos e i Centri per l’impiego non sapranno fare fronte allo tsunami previsto per le potenziali richieste di milioni di persone”. A Roma, al “tu per tu” con Di Maio, l’assessore al Lavoro della Regione Sicilia, Mariella Ippolito, ha incaricato e inviato la dirigente Sara Barresi che ha ribadito l’impreparazione dei Centri per l’impiego a reggere l’impatto “reddito di cittadinanza”, perché il 60 per cento degli impiegati, che sono 1737 in tutta l’Isola, non sono inquadrati per poter erogare politiche attive del lavoro. Di tale problema è già al corrente la senatrice catanese del Movimento 5 Stelle, Nunzia Catalfo, tra le ideologhe del reddito di cittadinanza. E la Catalfo conferma: “Sì, ho già avuto un confronto proficuo con l’assessore Ippolito. In pratica, un migliaio di impiegati dei Centri per l’impiego della Regione sono di fascia “A” o “B”. E dunque non possono essere, almeno all’inizio, della partita. Ma c’è tutta la volontà per venire incontro a questa esigenza della Sicilia, che potrà formare e aggiornare il personale”. E ciò, forse, sarebbe una occasione propizia per gli ex sportellisti e gli ex lavoratori della formazione professionale, che sono papabili per essere assorbiti e utilizzati laddove i Centri per l’impiego sono carenti. In proposito, già oggi giovedì 24 gennaio, ancora a Roma, la questione è affrontata in un apposito tavolo sulla Formazione Siciliana, al ministero del Lavoro, con Di Maio e i rappresentanti del governo regionale. Nel frattempo, per orientare il cittadino durante la navigazione verso il reddito di cittadinanza saranno assunti in Italia 6mila cosiddetti “Navigator”, inglese del dantesco “Caronte il traghettatore”, e poi, per orientare verso il lavoro, saranno altrettanto assunti 4mila “Tutor”. Ovviamente anche in Sicilia. Gli assessori regionali, per procedere in tal modo, hanno ravvisato la necessità di appositi bandi di selezione, e alcuni hanno già prospettato che nulla sarà possibile almeno fino al prossimo agosto. Morale della favola che favola non è: “Al momento navighiamo a vista”.