Lo scorso 7 settembre al Comune di Agrigento si è svolta una conferenza di servizi a cui hanno partecipato tutte le parti in causa o interessate alle sorti del viadotto Morandi ad Agrigento. In tale sede è stato deciso di procedere al recupero conservativo dello stesso viadotto Morandi, il cui secondo tratto è chiuso al transito dai primi mesi del 2017. L’Anas avrebbe avuto a disposizione circa 30 milioni di euro per restituire sicurezza al viadotto e nel novembre scorso avrebbe bandito la gara d’appalto. Ebbene, così come per il percorso alternativo al viadotto Morandi, così come per il depuratore della fascia costiera al Villaggio Mosè, così come per la nuova rete idrica nella città di Agrigento, così come per la discarica pubblica nella provincia di Agrigento e non a centinaia di chilometri di distanza, si tratta di fandonie, menzogne e corbellerie. Finora, come dimostrato dal tempo trascorso, non è vero niente, nonostante la visita del ministro Toninelli a novembre al viadotto Morandi. E ciò che è ancora più beffardo è che gli agrigentini si dilettano sul dilemma della demolizione o non demolizione del viadotto Morandi. Il ponte è ancora come è sempre stato e così sarà. Anzi, adesso, come rilevato anche dall’associazione MareAmico, sono evidenti delle crepe tra le sterpaglie. Probabilmente il viadotto Morandi cadrà da solo nel corso dei prossimi decenni, sgretolandosi pietra dopo pietra.