Il colonnello Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta, imputato al processo “Montante”, si difende. I dettagli della deposizione.
Gli imputati, o quanto meno le persone informate, o, ancora di più, coloro che sono stati testimoni e osservatori dell’epoca, nell’ambito dell’inchiesta sul presunto e cosiddetto “Sistema Montante”, non sono attualmente ascoltati a turno solo e soltanto innanzi alla Commissione regionale antimafia presieduta da Claudio Fava. Infatti, anche a Caltanissetta, al palazzo di giustizia, al cospetto della giudice per le udienze preliminari, Graziella Luparello, gli stessi rendono dichiarazioni e testimonianze al processo abbreviato in corso in cui è imputato Montante, che ha scelto il rito alternativo. Ad esempio, ha deposto per parecchie ore un co-imputato di Antonello Montante, il colonnello delle Fiamme Gialle, Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta, al quale si contesta la regia di controlli fiscali favorevoli a Montante e all’imprenditore Massimo Romano, “il re dei supermercati”, in cambio dell’assunzione della figlia al Confidi di Caltanissetta. E Montante si sarebbe interessato anche al trasferimento di Ardizzone da Reggio Calabria alla Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta. E Ardizzone, che ha scelto l’abbreviato condizionato al suo esame, ha rimarcato: “I miei rapporti con Antonello Montante, Marco Venturi e Massimo Romano sono stati di assoluta buona fede. Per me erano dei galantuomini. Montante è stato considerato una persona per bene anche dai miei superiori. Bisognava stare vicino a questi imprenditori e favorire quel clima di legalità. Mia figlia Giuliana non è stata assunta al Confidi di Caltanissetta tramite l’intermediazione di Montante ma io mi sono rivolto a Marco Venturi, che all’epoca era presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta e con il quale avevo dei rapporti istituzionali. Venturi, a mia insaputa, avrebbe chiesto a Romano, che era presidente del Confidi, di assumere mia figlia. Non ho mai chiesto nessun favore ad Antonello Montante e l’ho conosciuto in occasione di vari incontri istituzionali dedicati alla legalità che si svolgevano a Caltanissetta nel periodo in cui lo stesso Montante veniva osannato da tutti come il paladino dell’antimafia. A proposito invece delle verifiche fiscali, la competenza appartiene al Nucleo di Polizia Tributaria e io, in qualità di comandante della Guardia di Finanza, non sarei potuto entrare nel merito. E per quanto riguarda il mio trasferimento da Reggio Calabria alla Dia di Caltanissetta, non vi è stato nessun intervento da parte di Montante, e anche le due Procure interessate si sono espresse in maniera favorevole a tale trasferimento”.