Dopo il blitz anti-assenteismo all’assessorato regionale alla Sanità: altri dettagli. L’inchiesta provocata dalla telefonata di una moglie tradita. Razza: “Saremo parte civile”.
Il dipendente pubblico “parassita” o “furbetto” è colui che è fannullone ed assenteista, e vive e vegeta a spese dei cittadini contribuenti. E a Palermo la Guardia di Finanza e la Procura della Repubblica hanno scoperto 42 presunti “parassiti” o “furbetti” grazie anche alla moglie di uno di loro. Sì: nel novembre del 2016 una donna, verosimilmente gelosa e tradita dal marito, ha telefonato al numero delle Fiamme Gialle, il 117, e ha denunciato le strane e ripetute assenze del marito. Dunque, sono scattati i controlli della Guardia di Finanza all’interno degli uffici dell’assessorato regionale alla Sanità, in piazza Ottavio Ziino, a Palermo. L’esito adesso: sono stati arrestati ai domiciliari 11 dipendenti, ad altri 11 è stato imposto l’obbligo di firma, e altri 20 sono stati denunciati a piede libero. Le indagini hanno svelato il classico, e purtroppo ricorrente, piatto della vergogna dell’impiego pubblico condito con tutti gli ingredienti possibili e immaginabili. La pausa caffè per parecchio tempo, e poi la spesa, lo shopping, la passeggiata, il parrucchiere, oppure in ufficio con 3 ore di ritardo, ma sempre presenti. E cio perché gli impiegati indagati si sarebbero scambiati il badge, il tesserino, oppure avrebbero contraffatto i dati sui computer degli uffici, così da risultare in ufficio anche se fuori, talvolta finanche fuori Palermo. La Procura di Palermo scrive che “è emersa una consolidata prassi di assenteismo ingiustificato con presenze fittizie debitamente e furbescamente certificate”. I dipendenti dell’assessorato alla Sanità pizzicati fuori dall’ufficio sono più di un quinto del totale degli impiegati e dei dirigenti, e le ore di lavoro attestate falsamente, quindi rubate, sono oltre 400. I 42 risponderanno di truffa aggravata, accesso abusivo al sistema informatico e false attestazioni e certificazioni. Il comandante della Guardia di Finanza, il generale Giancarlo Trotta, commenta: “Questa attività di indagine è un esempio dell’impegno della Guardia di Finanza nella tutela della spesa pubblica”. L’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, annuncia: “L’assessorato della Salute si costituirà parte civile nel procedimento e, se dovessero ricorrere i presupposti, avvierà le procedure di licenziamento per i dipendenti infedeli. Potrei dire che tra i primi atti al nostro insediamento c’è stata la direttiva sul controllo delle presenze e che i fatti per i quali si procede sono antecedenti all’insediamento di questo governo. La verità, però, è che fa rabbia pensare che dipendenti pubblici non siano presenti alle loro responsabilità. Sono sicuro che i magistrati andranno in fondo per scoperchiare del tutto questa vergogna”. Aggiungo io: “Il presidente della Regione, Musumeci, alcuni giorni addietro a Gela ha prospettato che la Sicilia potrà davvero ‘Diventare Bellissima’ tra 15-20 anni. No, caro Nello. Ne trascorreranno ancora di più, molti di più. E prosita veru”.