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La prima del processo “Depistaggio”

Dopo il rinvio a giudizio, si è svolta a Caltanissetta la prima udienza del processo a carico dei tre poliziotti imputati del depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio. Il ministero dell’Interno, dichiarato “responsabile civile” per il danno che sarebbe stato causato dai tre imputati, ha presentato una richiesta di risarcimento del danno all’immagine di 60 milioni di euro. L’Avvocatura dello Stato ha inoltre presentato la richiesta di parte civile del ministero della Giustizia, per il danno subito dal reato di calunnia che sarebbe stato commesso dagli imputati. Hanno chiesto di costituirsi parte civile anche i familiari dei poliziotti uccisi con Paolo Borsellino, il superstite della strage, Antonino Vullo, e il Comune di Palermo. Il collegio del tribunale, presieduto da Francesco D’Arrigo, deciderà sulle questioni preliminari il 26 novembre. Fiammetta Borsellino, la figlia del giudice Paolo, che è parte civile nel processo con i suoi fratelli, commenta: “Abbiamo già aspettato tanto, vigileremo su questo processo, perché tante persone ancora non vogliono cercarla la verità”. Gli imputati sono gli ispettori, oggi in pensione, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, ed il dirigente Mario Bò. Agli atti dell’inchiesta vi sono, tra l’altro, gli appunti che l’ispettore Mattei consegnava a Scarantino per indottrinarlo a dovere prima delle audizioni con i magistrati. Da chi aveva ricevuto l’ordine?: ecco l’interrogativo ancora senza risposta.

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